Roma (Lazio) 15 febbraio 2017

L’Italia investirà 4,2 miliardi nei suoi aeroporti. Obiettivo: più passeggeri

Le società pronte a costruire nuovi terminal e infrastrutture per collegare più velocemente scali e ferrovie. Solo Fiumicino spenderà 1,7 miliardi

di Luca Zorloni

A Bologna si sta costruendo una monorotaia che in sette minuti collegherà la stazione ferroviaria con l’aeroporto di Borgo Panigale.

A Venezia lo scalo Tessera, meglio noto come Marco Polo, sta aggiungendo cinquemila metri quadri di terminal fronte laguna per collegare i pontili dei vaporetti all’aeroporto vero e proprio. A Milano Linate Sea, la società che gestisce gli scali del capoluogo lombardo, ha preventivato 100 milioni di euro per il progetto che deve riorganizzare il city airport meneghino. A Roma Fiumicino in quattro anni i gestori di Adr ed Enac (Ente nazionale aviazione civile) spenderanno 1,7 miliardi di euro per rimettere mano al terminal sud e alle infrastrutture di volo.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Enac entro il 2021 in Italia sono stati programmati cantieri agli aeroporti nazionali per 4,2 miliardi di euro. La parte del leone spetta a quattro big: Fiumicino, per l’appunto, che con i suoi 1,7 miliardi di spesa vale poco meno della metà dell’intero importo, Linate con 313 milioni, Malpensa con 266 milioni e Venezia, che investirà 533,5 milioni.

Se si aggiunge Ciampino (41 milioni per un complesso di manutenzioni e ristrutturazione), si arriva a quota 2,9 miliardi.

Gli altri 1,3 miliardi sono divisi tra 27 scali. Catania Fontanarossa spenderà 215 milioni, Orio al Serio 113 milioni,Bologna 112,4 milioni, il Vespucci di Firenze 104,4 milioni, 108 milioni i quattro scali pugliesi: Foggia, Taranto, Bari e Brindisi.
Il traffico aereo in Italia è in ripresa, come attestano lestatistiche dell’Associazione italiane gestori di aeroporti.

L’anno scorso negli scali della penisola sono passati 164 milioni di passeggeri, il 4,6% in più del 2015, l’anno di Expo, venti milioni in più rispetto al 2013. Anche le merci sono cresciute: un milione di tonnellate, il 5,9% in più dell’anno precedente. E le previsioni sono di maggiori incrementi nei prossimi anni. Motivo per cui sono scattati i cantieri dalle Alpi alle isole.

Dei 157,2 milioni di passeggeri del 2015, circa un terzo ha viaggiato dagli aeroporti del nordovest. Il bacino ha tre big come Malpensa, Linate e Orio al Serio, che da soli hanno catalizzato il 70% dei 43 milioni di utenti. Secondo l’Enac l’area in futuro potrà generare “una domanda di circa 68 milioni di passeggeri/anno all’orizzonte temporale del 2030”.

Sea ha pianificato di spendere tra il 2016 e il 2020 oltre mezzo miliardo di euro. Trecento milioni sono destinati a Linate, dove la voce più rilevante è quella del nuovo masterplan. Ossia un progetto che cambierà faccia allo scalo per consolidare i 10 milioni di passeggeri all’anno. Orio al Serio ha stanziato 113 milioni di euro, che serviranno a finanziare lavori al terminal, all’area cargo e alle infrastrutture di volo. Qualcosa si muove anche a Brescia. Per lo scalo di Montichiari, da anno ridotto a pochi trasporti cargo, sono in arrivo 51,8 milioni di euro. La società di gestione, partecipata all’80% da Save (aeroporto di Venezia) e Catullo (Verona) e al 20% dalla Camera di commercio e dalla Confindustria di Brescia, punta a riaprire la pista ai voli passeggeri, raggiungendo quota 2 milioni l’anno.

Benché rientri nel bacino del nordovest, Montichiari orbita nella galassia degli aeroporti di nordest. Qui la calamita è il polo Venezia-Treviso, 12,4 milioni di passeggeri lo scorso anno con un balzo in avanti del 10% sul 2015 secondo Assaeroporti. Nel 2030 per l’Enac Venezia, Treviso, Trieste e Verona potrebbero gestire fino a 24 milioni di persone. Proprio lo scalo veronese punta a crescere. I 64,9 milioni di investimenti di Enac sosterranno un progetto per ampliare lo scalo e raddoppiare a 5,6 milioni i passeggeri del Catullo.

A Bologna 120 milioni di euro serviranno a completare entro il 2019 la monorotaia che collegherà il Marconi alla stazione ferroviaria. A Firenze si lavora a nuova linea del tram. La consegna era prevista per febbraio del 2018, ma i costruttori stimano qualche mese di ritardo. Bologna prevede anche 112 milioni di spesa per terminal e interventi aerei, Firenze 104 milioni, di cui 70 milioni andranno in espropriper acquistare i terreni necessari all’ampliamento della struttura.

Anche Napoli Capodichino avrebbe bisogno di espandersi, per aumentare il numero di passeggeri dell’area campana e in suo soccorso potrebbe arrivare il vicino scalo di Salerno, se non fosse che il buco della gestione è finito sotto la lente della Corte dei conti. Nel 2015 ha sviluppato perdite per 1,2 milioni di euro, a fronte di 300mila euro di ricavi. E dire che per Enac Salerno potrebbe “essere a servizio di rilevanti aree della Basilicata”.

Al momento la piccola regione si appoggia sul sistema degli aeroporti pugliesi. Quattro scali – Bari, Brindisi, Foggia e Taranto per i soli cargo – che hanno sviluppato un traffico di 6,5 milioni di passeggeri nel 2016 e puntano ai 9 milioni nel 2030. Brindisisi prepara a un ampliamento di 1.500 metri quadri, aumentando i gate dagli attuali otto a quindici. Anche Lamezia Terme, in Calabria, prospetta di ingrandirsi con uno stanziamento di 63,9 milioni di euro, di cui 50 milioni per il terminal.

Tuttavia, scrive l’Enac, “l’insufficiente accessibilità ai poli di interesse turistico e alle aree interne, gli eccessivi tempi di viaggio e l’inefficienza dei sistemi di trasporto, soprattutto in chiave di interscambio, determinano una perdita di competitività delle imprese ed in generale dell’intera economia delle aree del Sud, anche in termini di attrattività turistica e commerciale”.

E questo vale anche per la Sicilia, nonostante i buoni flussi di traffico. Catania, con i suoi 7,9 milioni di passeggeri annui, è il sesto scalo nazionale, davanti a Bologna, Napoli e Ciampino.

Per l’Enac in quindici anni i passeggeri potrebbero raddoppiare e la società di gestione Sac, è pronta a ristrutturare la vecchia aerostazione per farne un nuovo terminal. Tanto che l’azienda aveva chiesto 161 milioni a Enac per i lavori, ma ora ha sottoposto una nuova domanda di finanziamento da 215 milioni.
Fonte: www.wired.it/