Napoli (Campania) 09 ottobre 2014

L’Ovajola (venditrice di Uova)

“So’ ove paisane!“ So’ fresche, so’ ancore cavere!

A Napoli giungevano uova da tutti i casali della provincia che
non si trovassero a più di dieci chilometri dalla periferia della
città. Giovani di ambo i sessi e uomini e donne più attempati, con
una cesta sul capo ed un paniere al braccio giungevano di primo
mattimo e si fermavano in posti determinati o giravano per le
strade. Erano gli ovaiuoli che, quasi sempre, erano delle … ovaiuole.
Più di un secolo fa Emmanuele Rocco già lamentava che il
personaggio andasse scomparendo; ma non era esatta l’informazione.
Diminuiti di numero, gli ovaiuoli sono durati fino alla
seconda guerra mondiale. Dopo quella immane tragedia la civiltà
riprese il suo cammino, travolgendo tantissimi degli usi e-dei
costumi di un tempo. Oggi le uova si comprano in salumeria o in
altro genere di negozi, dove giungono con furgoni della ditta che
ne produce diecine di migliaia al giorno.