Contessa Entellina (Sicilia) 20 luglio 2015

La bellezza è anche ricchezza

La Sicilia è il luogo della bellezza. Se la vuoi trovare la scopri in tantissimi posti e in tantissime persone. La Sicilia non è il luogo dove fare compromessi perchè li perdereste sempre. E perdere non vuol dire morire come hanno fatto tante persone per la loro lotta per un luogo più giusto, ma vuol dire vivere la vita di sempre e non essere mai appagati o vincitori.
Negli anni nei quali il potere mafioso poteva essere debellato i siciliani indignati non hanno fatto, secondo me, una cosa fondamentale: tracciare un grosso solco. Non hanno tracciato un confine netto tra mafia ed antimafia.
Si è abbracciata la regola dell’isola del compromesso come via d’uscita per tutto, per la nostra coscienza, per le nostre paure, per le nostre tasche creando un immenso vuoto al posto del confine tra mafia e antimafia. Invece della trincea, in molti punti, un libero passaggio, una insana confusione su ciò che è moralmente lecito e su ciò che non lo è.
La differenza è sostanziale: con la trincea e il confine avremmo dovuto scegliere se essere mafia o essere antimafia e di conseguenza tutto il resto, con il vuoto,al centro, si può stare con un piede in un posto e un piede in un altro.
È un po’ come i comandamenti religiosi “cu u trasi e nesci”, così che magari in un possibile ultimo processo sulla nostra vita “ce la possiamo sempre giocare”. La scelta, invece, ci vincola, ci manda diritti in un posto, ci da un’identità chiara, una divisa.
Cosa voglio dire con questo discorso: mafiosi lo siamo tutti perchè non abbiamo stabilito delle regole nette tra mafia e antimafia, perchè non lottiamo dalla prima banale infrazione a quelle regole fino all’ultima, lasciando contaminazioni che potrebbero sembrare innoque ma che spesso ci rendono mafiosi al 100% e che, cosa ancor più grave, limitano il percorso della legalità, frenandolo. E il percorso della legalità è quello della bellezza.
Ognuno di noi è parte integrante di questo processo nella vita di tutti i giorni.
Così, aggiungendo le parole confine, trincea, assenza di compromessi alle parole di chi ha già speso la propria vita per la bellezza della Sicilia verrebbe fuori che, “ognuno deve fare la sua parte”… all’interno di un confine con delle regole chiare contro il pensare mafioso e senza compromessi… in questo modo penso che la bellezza nella sua unicità e singolarità viene fuori da sola, il gruppo si fa più stretto, la foschia che crea confusione scompare.
La Sicilia, penso abbia bisogno di questo, di siciliani che si “pensino” intimamente e che scelgano di tagliare i fili con il vuoto di regole e di chiarezza. Di siciliani che raccolgano “l’immondizia” straficata e che lottino per far emergere ciò che siamo, senza compromessi, senza ammiccamenti, non facendo mai finta di non vedere ma guardando attentamente tutto, perchè la bellezza va guardata e curata. La bellezza è anche ricchezza.