Albiano D'ivrea (Piemonte) 09 febbraio 2017

La Diana festeggia un quarto di secolo

Uscirà domenica 12 febbraio, prima domenica degli Abbà, il numero 26 de La Diana, periodico di etnografa canavesana che festeggia quest’anno un quarto di secolo. Il capitolo d’apertura è dedicato al corposo bilancio dei primi 25 anni della rivista, durante i quali si è cercato di valorizzare le caratteristiche peculiari dello Storico Carnevale di Ivrea attraverso ricerche, documenti inediti e una meravigliosa raccolta di fotografie stupende. A seguire, il benvenuto al Generale, il trentunenne Claudio Ferrero. E poi l’articolo “Che gran casino il 1° Libro dei Verbali”, dove viene spiegato come il Sostituto Gran Cancelliere Arturo Devalle abbia cercato di fare “chiarezza”; fanno seguito delle coloratissime pagine in cui i Citoyens de la Ville d’Ivrée 1798 piantano l’Albero della Libertà e, con Carnevalgustando, compiono un percorso musical-gastronomico all’insegna dell’allegria. Doveroso leggere l’articolo Perché tutti a Carnevale devono indossare il berretto frigio. E poi, con una nuova splendida impostazione grafica, le pagine che narrano a colori la campagna del 2016. E poi, i ricordi sparsi di Diego Sabolo, personaggio noto del mondo eporediese; poi una curiosa lettera del 1928 trovata da Raimondo Mazzola parla di un “Barone”, che sembra nascondersi sotto le mentite spoglie del Generale. E ancora: uno studio clinico serissimo del dottor Ugo Maggiorotti, che tratta la rottura del naso da getto di “arancie”; quindi due particolari cronache inedite del 1896 e del 1909. Divertenti le strip di Francesco Gioana, che ripropone delle vignette pubblicate nel lontano 1994: tutto cambia per restare sempre uguale! Puntuale quindi si presenta la sequenza attesissima degli eporediesi doc, gnoch e demignoch, che continuano a lievitare perché ogni anno la lista si allunga. Nel numero 26 de La Diana gli anniversari si sprecano: trent’anni la fagiolata di Monte Navale; cinquanta la fagiolata di San Lorenzo; i primi quarantacinque anni dei Diavoli Aranceri in un libro ricco di ricordi, persone e tanti fatti. Quindi la sconosciuta composizione della Banda dello storico Carnevale di Ivrea e le lunghe, appassionate interviste nel modo dei cavallanti. Una chiusa all’insegna del sorriso con un articolo che il lungo titolo descrive dettagliatamente: I fiumi di parole che hanno inondato il Duemilasedici: Quel pasticciaccio brutto dello Statuto e la resistibile ascesa della bolla mediatica sui fuochi.