Il referendum di domenica 17 aprile ha dimostrato a Brembio che non solo la “politica”, intesa come confronto e discussione sui problemi, come servizio alla cittadinanza, lo strumento che ha reso vivo questo piccolo centro agricolo negli ultimi trent’anni del secolo scorso, è morta, ma anche che i cosiddetti “partiti”, che ottengono il privilegio (in cambio del “pizzo” di qualche tessera) di fregiarsi di una sede in loco, sono meramente comitati elettorali o , per meglio dire, dei banali aggregati per l’occupazione di sedie utili per garantirsi il controllo dell’amministrazione locale, niente di più. Vista la loro assenza su decisioni che interessano direttamente o indirettamente la comunità di cui sono parte, dovrebbero forse porsi la domanda del perché i cittadini dovrebbero recarsi alle urne alle elezioni comunali per sostenere questo o quel comitato elettorale dal momento che il loro disinteresse verso la democrazia e le sue significanze è chiaramente manifesto. Una buona domanda.
Ci sono due cose però che a Brembio sono in pieno splendore e vanno a braccetto alla grande, non soffrono di astensionismo: carenza di senso civico e creatività. Le foto scattate in Piazza Europa questa mattina, lunedì 18, sono eloquenti di per sé: parrebbe che questa notte si sia organizzato un girotondo ad ostacoli. Chissà, forse per festeggiare la vittoria dell’antidemocrazia al referendum? Del resto, però, quando un presidente del consiglio e un presidente emerito incitano la popolazione alla sovversione dei dettami della democrazia, cosa sono quattro panchine spostate in una piazza? Varrebbe, comunque, la pena di rifletterci sopra.
La mancanza di senso civico non patisce l’astensionismo
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