DI VITTORIO BERTOLACCINI detto COBRA DUE
LA SCUOLA E GLI ORDINI RELIGIOSI : BENI INFUNGIBILI
Un bene infungibile il servizio svolto dalle suore di San Marco a Latina. Gli ordini religiosi e la scolarizzazione in Italia a partire dal Seicento fino ad oggi devono considerarsi beni infungibili e proprio ripercorrendo la storia della scolarizzazione in Italia nel periodo precedente la proclamazione del Regno D’Italia si può comprendere l’importanza di tale servizio di alfabetizzazione e scolarizzazione su tutto il territorio nell’epoca pre-unitaria. Le motivazioni storiche per considerare tale servizio infungibile ci sono. La linguistica italiana è una materia universitaria del Corso di Laurea di Filologia Moderna e proprio un argomento di questa materia traccia il percorso storico della scolarizzazione in Italia grazie alla Chiesa o meglio agli ordini religiosi. Nel Seicento e Settecento, a parte l’attività di alcuni maestri che esercitavano pubblicamente ma senza avere come riferimento un’istituzione con sistema di insegnamento individuale o per classi non omogenee per età ed apprendimento, la scuola è in gran parte in mano alla Chiesa che si occupa sia dell’insegnamento inferiore che superiore. L’insegnamento di base e quindi l’alfabetizzazione era per lo più affidato a scuole di dottrina cristiana che provvedevano all’alfabetizzazione dei cittadini con l’intento primario di insegnare il catechismo ma che in realtà come spiega Nicola De Blasi nel libro L’italiano nella scuola, in Storia della lingua italiana, a cura di Luca Serianni e Pietro Trifone, vol.I: I luoghi della codificazione, Torino, Einaudi, 1993, “potevano anche trasformarsi, in specie nei piccoli centri, in scuole stabili destinate anche all’insegnamento della lettura, naturalmente in volgare”; inoltre nei “monasteri e negli orfanatrofi si trovavano […] maestre in grado di insegnare a leggere e in qualche caso a scrivere”. Ne 1598 iniziò in maniera piu’ strutturata l’opera didattica delle Scuole Pie (fondata da Giuseppe Calasanzio), spiega ancora De Blasi nel libro L’Italiano nella scuola “che segnò una svolta decisiva nel campo dell’istruzione popolare. In primo luogo l’insegnamento della dottrina è stabilmente congiunto a quello del leggere, obiettivo della scuola e punto di partenza per ulteriori studi, organizzati nei due distinti settori dell’abaco [aritmetica, matematica e computisteria] e della grammatica”. Le scuole furono affidate proprio all’ordine religioso degli Scolopi costituito da clerici regolari poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie da lui fondato a Roma nel 1617 con obiettivo principale l’educazione e l’istruzione della gioventù. Giuseppe Casalanzio infatti arrivò a Roma dove resto colpito dalla miseria di alcune zone di periferia e ascoltando la voce di Dio fondò una scuola pubblica gratuita , la prima in Europa delle Scuole Pie nella Chiesa di Santa Dorotea. L’ordine degli Scolopi fece da battistrada ad altri ordini religiosi e circa a metà Settecento si aggiunsero l’ordine religioso dei Redentoristi, fondato da Alfonso de’ Liguori a Napoli (ad Alfonso de’ Liguori si deve addirittura una grammatica del volgare, stesa nel 1746 in risposta alle esigenze individuate nella sua personale esperienza didattica) e quello dei Lallasiani o Fratelli delle scuole cristiane, che miravano soprattutto ad un insegnamento pratico relativo all’istruzione tecnica. La Compagnia di Gesù (fondata nel 1535 da Ignazio di Loyola e soppressa nel 1773) si occupò dell’istruzione superiore per lo più rivolta ai nobili e alle classi agiate o alla erudizione della Compagnia stessa presente sul territorio in modo capillare con l’istituzione di collegi. L’istruzione impartita dai Gesuiti si impostava sull’insegnamento del latino, che sempre più nel Sei e Settecento viene scalzato dal volgare. Spiega De Blasi ne libro L’Italiano nella scuola “La formazione dei futuri Gesuiti e dei nobili che frequentavano i loro collegi era fondata sullo studio del latino, l’unica lingua ammessa nelle aule, ma il volgare, come in passato, continuò ad infiltrarsi nella didattica; riceveva inoltre attenzioni crescenti nelle classi superiori dei collegi, e nei quotidiani esercizi di umanità e di retorica che comprendevano narrazioni e amplificazioni, in specie dalla fine del secolo XVII, poteva affiancarsi al latino”. Scacciata prima dal Portogallo (1759), e negli anni seguenti dalla Francia, dalla Spagna, dal Regno delle due Sicilie etc., la Compagnia di Gesù fu soppressa dal papa Clemente XIV nel 1773, a causa di intricate questioni di ortodossia religiosa e di sottomissione del potere politico al papa. Il sistema scolastico gesuitico, organizzato a quella data in ben 669 collegi, fu smantellato: una capillarità di strutture che non fu più raggiunta, neppure dopo che la Compagnia di Gesù (che oggi conta 250 tra collegi e istituti) fu riammessa nel 1814 dal papa Pio VII. Gli ordini religiosi quindi ancora oggi presenti in modo minore e capillare sul territorio nazionale laddove sono presenti devono essere per queste motivazioni storiche considerate beni infungibili, ordini religiosi che ridussero in maniera notevole l’analfabetismo in tutto il territorio italiana nei tre secoli che precedettero il Regno d’Italia.