di Maria Caravella (http://www.vocedelsud.it)
Sullo sfondo una scenografia minimal: un baule che svelerà vite spezzate, battaglie e amori. I protagonisti: un cantastorie e due ragazzi che danno voce a uomini e donne di un passato non lontano da noi. A fare da cornice musiche di Eugenio Bennato, Carlo D’Angiò, Federico Salvatore e un brano inedito di Mario Pinto, il chitarrista del gruppo musicale presente in scena. Siamo al Solinio di Cassano delle Murge, 4 ottobre 2014, dove il gruppo teatrale “Le 7 muse di Apollo” ha rappresentato lo spettacolo “La storia nel baule”, performance in cui teatro, musica e storia si fondono per catturare la mente e il cuore dello spettatore, che viene trasportato in un’epoca dove il coraggio e la fede per la propria terra diedero vita ad una rivolta popolare detta “Brigantaggio”. Filo conduttore: l’Unità d’Italia e la narrazione di chi si è ribellato ai nuovi padroni per difendere le proprie terre. I protagonisti della storia: Michelina De Cesare , brigantessa della regione Campania; Carmine Crocco, capo brigante della Basilicata; Ninco Nanco, brigante appartenente alla banda di Crocco ed infine Angelina Romano una bambina di nove anni assassinata in Sicilia accusata di brigantaggio. Testo e regia di Dolores Mangiolini; aiuto regia Matteo Difonso; arrangiamenti musicali di Mario Pinto e Mattia Di Francesco; approfondimenti storici di Matteo Difonso, Sabino Guardavaccaro, e Dolores Mangiolini. Interpreti: Stefania Fasano,Giampiero Delle Grazie, Dolores Mangiolini. Musicisti: Mario Pinto, Mattia Di Francesco, Giuseppe Pinto.
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L’intervista di Maria Caravella ad una degli artisti principali de “La storia nel baule”
Dolores Mangiolini: “Una battaglia contro il pregiudizio e la menzogna”
Al termine dell’evento di Cassano Murge Maria Caravella ha incontrato Dolores Mangiolini, Matteo Difonso e Sabino Guardavaccaro. Dolores Mangiolini ha risposto a nome della compagnia ad alcune domande:
Domanda: Come e quando è nata l’idea di questo testo?
Risposta: L’idea è nata da Matteo Difonso, dopo aver visitato il Parco della Grancia e aver assistito allo spettacolo “La Storia bandita”. Ci siamo interessati ad approfondire tali avvenimenti, perché la rappresentazione ci proponeva delle prospettive nuove rispetto a quelle presenti sui libri di Storia. Per questo ci è venuta voglia di scrivere qualcosa sulla storia del Sud e in particolar modo sulla storia dei Briganti. E’ nato tutto da li, poi il testo è venuto da solo, le storie dei briganti ci hanno letteralmente coinvolti. Abbiamo dovuto ovviamente selezionare e scegliere di raccontare le storie di quei briganti di cui avevamo più materiale.
D.: Cosa ha scoperto di nuovo in questa ricerca?
R.: Ho scoperto la storia di tante vite strappate dal potere, qualcosa che ancora accade anche se in maniera diversa: magari adesso la gente non viene uccisa ma si uccide perché non riesce a tirare avanti. Ho scoperto in questa ricerca che il Sud prima dell’Unità d’Italia aveva un’economia davvero invidiabile. Avevamo davvero un bel territorio.
D.: Oltre l’accurata ricerca storica che si evince dal testo, cosa c’è di suo?
R.: Di mio c’è la passione, quando scrivevo il testo immaginavo già le scene e come dovevano essere rappresentate. Ho immaginato la storia d’amore tra Francesco Guerra e Michelina De Cesare e l’intensa passione che l’ha contraddistinta. Ho immaginato le grotte, l’uccisione della bambina, la sfida quotidiana alle intemperie. Ho immaginato Crocco definito ignorante ma padrone di una grande saggezza.
D.: Cosa secondo lei è rimasto dell’Italia meridionale di allora?
R.: Secondo me del Sud di allora è rimasta la passione per questa terra. Io sono stata spesso al nord per lavoro, ma non riesco a stare lontana da casa più di un mese perché mi mancano i sapori e gli odori della mia terra, l’odore del mare. Mi manca il calore di noi meridionali e la nostra capacità di accogliere tutti allo stesso modo.
D.: La vostra compagnia da quando è nata e cosa si propone?
R.: La nostra compagnia è nata concretamente quando abbiamo deciso di portare in scena la storia dei briganti. A dicembre la compagnia compie un anno, ma in realtà il debutto è avvenuto questa estate con la messa in scena dello spettacolo. Unico filo conduttore”Parlare del Sud”, ovviamente puntando sull’inedito, con l’interazione del teatro danza e del teatro delle ombre con l’ausilio di artisti del sud.
“Una compagnia del sud per il sud”.
“Una battaglia contro il pregiudizio e la menzogna: per dare a noi giovani una speranza; per valorizzare il nostro sud, troppe volte calpestato; per mostrare che possiamo cambiare il nostro essere in divenire”.