Nella mattinata di ieri, sabato 24 ottobre, a Trieste, davanti al Palazzo del Governo, in Piazza Grande, i lavoratori della conoscenza della CGIL, CISL e UIL hanno protestato contro la “buona scuola” del premier Renzi. Nel corso della manifestazione sono intervenuti al microfono docenti e personale ATA per denunciare i guasti della riforma soprattutto sulle condizioni lavorative degli operatori della scuola.
Un cartello polemicamente ricordava al governo e all’opinione pubblica che ATA non una mossa di karate né una marca di jeans, ma una sigla che denomina il personale amministrativo che gestisce tutto l’apparato burocratico della scuole, i tecnici che permettono agli studenti delle scuole superiori di esercitarsi nelle scuole superiori, gli ausiliari, collaboratori scolastici che garantiscono la pulizia e la sicurezza all’ingresso e all’interno delle scuole.
Più polemico ancora un secondo cartello che riportava il “decreto imperiale emanato da Matteo I” e che conteneva le “direttive valide per tutte le scuole dell’impero”. Ne ricordiamo qualcuna: “I docenti saranno scelti dal dirigente scolastico in base a criteri da lui unilateralmente stabiliti”, o anche “Il docente che abbia assunto servizio non può assentarsi per alcuna ragione. I supplenti saranno nominati solo in casi estremi” e “Il docente nominato su spezzoni orari di 6 ore è comunque tenuto a svolgere attività funzionali all’insegnamento fino a 40 40 ore”. O quelle riguardanti la qualità dell’insegnamento: “Il numero degli alunni per classe è a discrezione del dirigente”, “Il docente tenuto a seguire le direttive del dirigente nello svolgimento della propria attività didattica”; o la sua valutazione: “Il docente potrà essere valutato da persone prive di qualsiasi competenza in merito all’insegnamento” e, ciliegina sulla torta, “I docenti più docili e rispettosi delle direttive della dirigenza riceveranno un bonus”.
Particolarmente polemico il commento sulle richieste di trasferimento: “Il docente che dovesse osare chiedere trasferimento potrà essere spostato in qualsiasi località del territorio nazionale… e oltre (es. dalle Alpi alle Piramidi)”. Nonché la chiusa che invita: “Si prega tutto il personale docente di attenersi alle suddette disposizioni pena il licenziamento immediato o, a sua scelta, ad andare in pensione al raggiungimento di 100 anni di età”.
Lavoratori della scuola contro la riforma ieri in piazza
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