Allarmante certificazione dell’Autorità di Bacino regionale nella contrada Paolia di Lazzaro, ma l’Ente competente rimane inerte. Perché?
Ill.mo Signor Sindaco del Comune di Motta San Giovanni, relativamente alla frana nella contrada Paolia di cui alla comunicazione dell’Autorità di Bacino regionale del 19 aprile 2018, a noi pervenuta in pari data unitamente alla relazione geotecnica del 20 ottobre 2017, dalla quale apprendiamo la conferma della pericolosa situazione di frana dalla scrivente associazione più volte segnalata e veniamo a conoscenza che l’Autorità di Bacino regionale pianifica e programma azioni e norme d’uso finalizzate alla mitigazione del rischio, attraverso il Piano Stralcio di Bacino per l’assetto Idrogeologico (PAI), il quale ha valore di “Piano Territoriale di Settore” rappresentando lo strumento conoscitivo, normativo e di pianificazione, e non ha funzioni, se non attribuite da specifico Atto Amministrativo, di attuare interventi.
Da ciò si comprende che l’Amministrazione comunale ad oggi non ha inteso fare nulla, né progettazione tendente ad ottenere i finanziamenti e quindi colpevolmente è ferma e
dimentica che sul sito di frana la relazione geologica individua depositi di rifiuti urbani, tollerati in precedenza dal Comune. Non comprendiamo a chi compete imporre d’autorità al Comune di provvedere. Sembra un rimpallo di responsabilità.
Le nostre lettere girano dal Comune, agli Uffici regionali, alla Prefettura, all’Autorità di Bacino regionale, ai Ministeri interessati (ci sembra di vivere una situazione di lieve pericolo). I fatti dimostrano il contrario tant’è che la perimetrazione della frana verrà inserita nell’aggiornamento PAI con un livello di pericolosità IP4 (molto elevato).
La esaustiva relazione tecnica dell’Autorità di Bacino regionale a firma Dott. Geol. Luigi M. Mollica, datata 20 ottobre 2017, a seguito di sopralluogo eseguito alla presenza del geom. Responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Motta SG a noi pervenuta lo scorso 19 aprile, conferma la pericolosità di quanto più volte da noi segnalato. Ne fa delle considerazioni scientifiche, geolologicamente parlando con interventi di opere provvisionali ovvero, occorrerà monitorare la zona per verificare comunque che il fenomeno franoso in futuro non evolva coinvolgendo fasce più ampie di territorio.
L’intervento consigliato di messa in sicurezza dell’area consiste nella riprofilatura del versante con riduzione della massa detritica franata, realizzazione di una trincea drenante da realizzarsi immediatamente (sono già passati dodici mesi) a monte della strada comunale per intercettare le acque e ridurre conseguentemente le pressioni neutre nel terreno e muro in gabbioni costituito da più file in gabbioni sovrapposti da posizionarsi lungo la scarpata principale.
Ad oggi nulla ci risulta sia stato eseguito e ringraziamo la Prefettura per avere scardinato dal torpore generale, Comune, uffici regionali, Città Metropolitana facendo sì che venisse fuori la relazione geotecnica del 20 ottobre 2017 e comunque si continua a non relazionare alla Prefettura in primis e ai cittadini dopo degli interventi suggeriti e non eseguiti a tutela della pubblica e privata incolumità.
Ai ministeri, cui noi abbiamo sempre segnalato il problema ed hanno dimostrato particolare interessamento, chiediamo, visto che nella relazione tecnica l’autorità di Bacino regionale ha segnalato il protrarsi di movimenti di terreno e la continua evoluzione del pendio potrà nel tempo realizzarsi con ulteriori franamenti, i cui ritmi evolutivi potranno senza dubbio subire particolari accelerazioni in concomitanza di eventi alluvionali o sismici, li preghiamo di intervenire direttamente senza aspettare che il Comune faccia il benché minimo intervento.
Il tempo è ormai passato la frana è in evoluzione e a noi cittadini resta di sperare che la frana si fermi, che per quello che possiamo comprendere è difficile.
La nostra preoccupazione è sempre quella che quando succede l’evento disastroso il “riparabile” non è più possibile.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’A.N.CA.DI.C
e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
Lazzaro. Sempre più alto il rischio per l’abitato di Paolia
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