Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 14 ottobre 2015

Le mani sul Porto Vecchio e la denuncia di Trieste Libera

“Il tentativo di eliminare mezzo Porto Franco internazionale del Free Territory of Trieste e venderne le aree è una truffa colossale, organizzata con la collaborazione attiva e passiva di politici e funzionari italiani influenti, posta sotto interrogativi ed indagini antimafia ed ora anche sotto attenzioni internazionali di Paesi danneggiati”, questa la denuncia del Movimento Trieste Libera resa pubblica nello scorso agosto nel corso di una conferenza stampa in cui veniva illustrata la presentazione di una “nuova domanda per il completamento urgente del Libro Fondiario con l’iscrizione e l’intavolazione ex lege della proprietà e dei vincoli di beni pubblici inclusi nel Porto Franco Nord di Trieste”, presentata al Commissario per il completamento del Libro Fondiario presso l’Ufficio Tavolare di Trieste. Contestualmente alla nuova domanda stata presentata “una diffida dall’eseguire qualsiasi domanda, da chiunque presentata, per il completamento del Libro Fondiario e l’intavolazione dei suddetti o di altri beni pubblici in elusione o violazione di titoli di proprietà e vincoli determinati ex lege dal Trattato di Pace di Parigi del 10.2.1947 come ratificato ed eseguito con leggi vigenti della Repubblica italiana”.
Per il Movimento Trieste Libera “la truffa consiste nello svuotamento graduale, per anni, del settore nord del Porto Franco internazionale e nel sabotaggio del suo riutilizzo portuale per farlo credere impossibile, allo scopo di impadronirsi dell’area in violazione dei vincoli di diritto internazionale, destinarla ad usi urbani e venderla dopo averne rimosso illegalmente il regime di porto franco”. Ed i suoi obiettivi sono “una gigantesca speculazione immobiliare ed edilizia sull’area ed il dirottamento permanente dei nuovi enormi traffici previsti sull’asse Baltico-Adriatico da Trieste sui porti della penisola italiana, ed in particolare su Napoli, Gioia Tauro, Taranto e Bari”. Il valore presunto della speculazione immobiliare ed edilizia si aggira sul miliardo e mezzo di euro, mentre incalcolabile è il valore del dirottamento permanente dei traffici in altri porti. La truffa, secondo il Movimento Trieste Libera, “recherebbe danni enormi sia ai cittadini ed alle imprese del Free Territory of Trieste, sia agli altri Stati che hanno diritti generali e speciali sul suo Porto Franco internazionale ed alle loro imprese”.
Nelle fotografie alcuni aspetti dello stato dell’area del Porto Vecchio, oggi, in molte parti lasciato all’abbandono ed al degrado.