Alle ore 21 circa si scatena l’inferno e le fiamme divorano l’interno di una palazzina di Via Garigliano.
L’intero quartiere è inondato di fumo e di persone, tutte scese in piazza Tito Minniti – che ancora ricorda l’acqua scura e fangosa del Seveso- senza nulla e con i soli vestiti che avevano addosso. Cani, gatti, uomini e donne delle piu’ disparate nazionalità ed età osservano in un religioso silenzio lo svolgersi dei soccorsi.
Brucia la gola e gli occhi, ma il dolore piu’ grande è di chi ha perso tutto forse per mano di chi già non ha nulla.
Una giovane coppia avvolta nella coperta verde dei soccorsi guarda la propria vita incenerirsi in un’istante in questa notte buia, come il loro futuro, piena di stelle, senza un accenno di temporale, ennesima beffa di un’estate fin troppo piovosa.
Oggi, in foto,osservo le fiamme della tragedia. Ricordano la “Babele” di Bosch ed inevitabilmente il pensiero corre tutto cio’ che questo nome comporta, in una data emblematica che ancora una volta si carica di tragedia.
Le Piaghe dell’Isola – Capitolo 2
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