Il gioco della “realtà aumentata” è approdato in città, scopriamo come funziona. Decine con il telefonino in mano vagano per le strade alla ricerca dei personaggi
di Francesco Cottafava
MODENA. Anche in città è iniziata la caccia ai Pokemon. Tutta Modena da qualche giorno è invasa dagli animaletti ideati da Satoshi Tajiri nel lontano 1996, diventati il secondo videogioco con più vendite al mondo (dietro ad un altro videogame griffato Nintendo, ovvero Mario Bros) e un cartone animato che ha segnato indelebilmente un’intera generazione di ragazzi.
Schiere di cacciatori stanno imperversando per le strade della città alla ricerca dei Pokemon, spostandosi da Piazza Grande fino al Parco Amendolaall’inseguimento delle orme lasciate dalle piccole creature e pronti a catturarle con le sfere Poké. Stiamo parlando di Pokemon Go, il gioco che sta contagiando il mondo e che si candida ad essere il primo di una nuova generazione di videogame.
Pokemon Go sfrutta la realtà aumentata, con il segnale Gps e la fotocamera che diventano parte integrante del gioco e trasformano il tuo cellulare in una bacchetta magica che ti catapulta in un mondo parallelo. Girando per le strade di una città, oppure all’interno di un bosco o in riva al mare, la geolocalizzazione diGoogle Maps ti permette di incontrare i Pokemon che puoi catturare vedendoli apparire sullo schermo del tuo smartphone, grazie all’utilizzo della fotocamera.
Una rivoluzione che ha portato il titolo Nintendo a volare in borsa, con un 94% che dovrebbe portare dentro le casse della società nipponica più di 30 miliardi di dollari. Un gioco che ha il pregio di coinvolgere tutti, piccoli e grandi, con la maggior parte dei cacciatori che è compreso tra i 20 ed i 30 anni. «Per noi che siamo nati negli anni 90 e abbiamo visto nascere i Pokemon questo gioco è un sogno che si avvera – raccontando Alberto e Giulia, in caccia al Parco Amendola – si concretizza la possibilità di catturarli nella realtà».
Quando i due amici si allontanano per continuare la loro avventura, ci sfrecciano di fianco quattro ragazzi in bici. «State giocando ai Pokemon?», «sì, stiamo andando dall’altra parte del lago perché abbiamo visto delle orme di un Pokemon raro», rispondono i quattro ragazzi in coro. Il Parco Amendola nel primo pomeriggio è letteralmente invaso da cacciatori. «Ci sono tanti Pokemon in zona – racconta Guglielmo – ho catturato più di 100 specie, tra cui il mio preferito Dratini. Ho già girato tutti i parchi di Modena e anche il centro».
Fonte: gazzettadimodena.gelocal.it/