Caserta (Campania) 21 febbraio 2016

Lenzuola del dissenso a Caserta Vecchia, Pro Loco accusata

Sembra un ornamento pittoresco appeso alla finestra di un’antica dimora del Borgo di Caserta Vecchia quel lenzuolo e, invece, è un messaggio di dissenso e protesta in bella vista. Sulla stradina che conduce nel cuore del Borgo, per coloro che provengono dalle macerie di quell’arco d’ingresso divelto da oltre un anno, svetta da tempo immemore un’accusa indirizzata alla Pro loco del luogo che avalla le ire dei locali cittadini nei confronti della succitata associazione. A leggere i vari commenti postati sui social, membri e simpatizzanti della Pro Loco del Borgo, incapaci per ora di confrontarsi pubblicamente in ordine alle scivolose critiche loro rivolte sulla base di fatti incontrovertibili, sembrerebbero ergersi a guardiani, gerarchi e podestà del Borgo con il placet di qualche uomo di chiesa e camaleontici intermediari. Gli stessi sostenitori della Pro Loco del Borgo fanno sapere che i vergognosi frantumi dell’arco divelto da Ecocar e il degrado dilagante non sono affatto un problema. Si tratta di personaggi a dire poco ambigui che, talvolta, si nascondono sui social dietro nomignoli di fantasia come “Wild”, volgare qualunquismo e gretta sufficienza di corte. Non sembra accettare indicazioni, consigli o rimostranze la Pro Loco di Caserta Vecchia che cova rancori e antipatie nei confronti di giovani attivisti, persone di buona volontà e alcune professoresse di Caserta che vorrebbero offrire, loro malgrado, il proprio contributo per valorizzare realmente e culturalmente il Borgo. Quello di proibire l’accesso all’associazione sembra essere un vero e proprio assillo delle sue ambigue maestranze che impongono veti e opposizioni anche a coloro che non hanno mai palesato alcuna velleità associazionistica come lo scrivente. “Altro che invidia, si tratta di una situazione davvero ridicola e paradossale che potrebbe nascondere insidiose reti di intese con ingerenze politiche ed interessi economici particolari locali”. E’ questo il condivisibile parere di un giovane lavoratore che chiama in causa l’alterigia ingiustificabile di un’associazione dal profilo fin troppo sfuggente, la Pro Loco. Intanto è stato opportunamente documentato che pochi giorni fa, dei turisti toscani in visita al Borgo di Caserta Vecchia si siano imbattuti nelle porte serrate di chiese e palazzi. Essi, dopo un caffè colmo di amarezze e delusioni vomitate senza remore fuori dai denti, sono tornati in città assolutamente disgustati. Come biasimarli! La signora Fierro, punta di diamante dell’associazione in oggetto, nel corso di un reportage televisivo andato in onda sul circuito Rai alcune settimane fa, ha illustrato un Borgo in “versione ridotta” opportunamente riveduta e corretta mediante una sofisticata operazione di maquillage e make up predisposta ad hoc, capace di celare agevolmente gravi omissioni, strafottenza amministrativa, irresponsabilità e una moltitudine di ombre. Stando all’opinione di alcune vigili e argute persone del luogo, “si tratta di un sacrificio gradito in primis dal commissario prefettizio e in seconda battuta da tutti coloro che hanno apposto una tacita ipoteca elettorale sul Borgo antico”. Senza entrare nel merito di quanto precedentemente segnalato e dell’intransigenza inspiegabile del priore del duomo del Borgo che, a suo dire riposa quando dorme il papa , non ci resta che segnalare con una nota di merito la solerzia delle giovani comunità di Casola e Pozzovetere . Esse, unitamente al parroco Valentino, si stanno spendendo per ripulire i territori limitrofi del Borgo e recuperare “le piccole cose” attraverso un’azione mirata e radicale. E’ opinione dello scrivente che tanto per la signora Pannwitz che per il conte Spencer sia stata una prodigiosa fortuna non scontrarsi con la Pro Loco a quei tempi. In alternativa, i due noti personaggi sarebbero scappati a gambe levate privandoci del fascino di un sito che appartiene alla comunità piuttosto che alla Pro Loco.