Gallipoli (Puglia) 07 giugno 2017

Lo stipendio deve essere pagato entro il giorno 10.

Qualche volta i ritardi nel pagamento dello stipendio sono dovuti a situazioni come mancanza di liquidità (quando l’azienda è momentaneamente in difficoltà o in crisi), ma qualche volta le ragioni sono ben altre e possono rintracciarsi nella disonestà dei datori di lavoro.
Per ovviare a questo problema la legge prevede alcune forme di tutela del lavoratore e del suo diritto a ricevere lo stipendio. Per legge il limite massimo entro cui il titolare ha l’obbligo di versare lo stipendio è il giorno 10 del mese successivo. Entro questa data il pagamento deve pervenire materialmente al lavoratore o al collaboratore, e non semplicemente essere disposto. In poche parole, entro il 10 del mese lo stipendio deve essere disponibile sul conto corrente.

L’Agenzia delle Entrate ha infatti chiarito che il momento del pagamento è quello in cui “il provente esce dalla sfera di disponibilità dell’erogante per entrare nel compendio patrimoniale del percettore”. Nel caso di ritardi nei pagamenti dello stipendio, il diritto del lavoro o i contratti nazionali prevedono il riconoscimento dei relativi interessi in base alle disposizioni legali in corso, oltre alla sanzione elevata dalla sigla sindacale di appartenenza.