I media lombardi hanno dato molto risalto alla decisione della Regione Lombardia di aumentare il numero di sorveglianti, triplicando gli attuali 75, che diventeranno dunque 225 a partire da settembre, a seguito degli atti di violenza, una quarantina secondo Trenord, avvenuti dall’inizio dell’anno nelle stazioni e sui convogli, a seguito del recente sciopero del personale e della risonanza mediatica di alcuni episodi alquanto sconcertanti l’opinione pubblica, come quello del capotreno aggredito a colpi di roncola in stazione a Milano da tre giovani latinos. “Un’azione fortissima, un provvedimento senza precedenti nella storia delle Regioni”, lo ha definito l’assessore lombardo alle infrastrutture e mobilità Alessandro Sorte nella conferenza stampa tenuta con il presidente Roberto Maroni per illustrare il provvedimento sulla sicurezza dei trasporti, che Regione Lombardia ha messo a punto in collaborazione con FNM e Trenord. L’iniziativa costerà alle casse regionali 7 milioni di euro di cui 2 per gli ultimi 4 mesi di quest’anno. Gli addetti della vigilanza privata in servizio sui treni e nelle stazioni saranno riconoscibili dalla giubba in dotazione che recherà al centro la scritta “Security team” tra i loghi di Trenord, in alto, e Regione Lombardia in basso. Inoltre la giunta ha già messo oltre 6 milioni di euro per garantire il trasporto gratuito degli uomini e delle donne delle Forze dell’Ordine sui treni, anche quando sono fuori servizio; e questo secondo Sorte dovrebbe aiutare a coprire con un presidio di sicurezza la metà di tutti le direttrici e le stazioni lombarde. È lo stesso Maroni a precisare: “L’obiettivo è la prevenzione. Se c’è il controllore, che in certe ore e su certe tratte non va in giro da solo ma va in giro con una o due guardie, è più difficile che venga aggredito. Da qui a settembre saranno definite meglio le tratte e le stazioni più a rischio dove ci sarà presidio”. La stessa matematica chiarisce l’esatta portata del provvedimento: basta, tralasciando le stazioni, dividere il numero dei convogli, 2.200, per il numero dei sorveglianti privati per capire che col provvedimento si pone soltanto una pezza, a seguito dell’ondata di sdegno nella popolazione lombarda, su un problema di sicurezza che dovrebbe essere affrontato, e con serietà, dal governo Renzi per trovare una soluzione che ne riduca i contorni di allarme sociale. Non è a sproposito la sottolineatura in conferenza stampa di Maroni: “Noi siamo disponibili a coprire i costi, ma non possiamo disporre l’invio di polizia, carabinieri o militari. (…) Insisto perché il Governo prenda questa decisione ma, in assenza di risposte, abbiamo voluto noi dare una risposta concreta”. Una cura palliativa, dunque, ma piutost che nigot, l’è mej piutost, come dicono i milanesi.
Lombardia, treni e sicurezza. La cura palliativa di Maroni
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