Regno Unito, Paese estero 21 luglio 2016

London Session. Miu Jaqueline

Londra si lecca le ferite del “Brexit” ma i suoi sudditi, restano fedeli a quella marcia in più che la distingue per coerenza e concretezza. Dal centro fino in periferia, è ordinata poco chiassosa e dinamica. Ogni locale e ripeto ogni locale è pulito e se dovessi volgere un lamento forse per lo stato del Tamigi. Dopo aver girato il mondo e altre capitali europee, potrei darle tranquillamente un voto, sette e mezzo. Il cappuccino ovunque è fatto con latte fresco e non è poco. La sua diversità la rende così unica e così ricca da potersi permettere di alternare il proprio umore in base al tempo. La verità è che gli artisti di ogni nazione cercano il loro piccolo spazio per esprimersi, per vivere di “offerte” e cosa ci sarebbe di sbagliato? Le cinque miglia di riva sul Tamigi che porta allo Shard e ai piedi del Tate, troverete i “Poeti in affitto”. Scrittori, creatori, sognatori con vecchie e colorate macchine da scrivere, pronti a servirvi. Cosa fanno? Creano poemi per il vostro amore, una poesia da donare per un compleanno, per una dichiarazione di matrimonio e persino per un funerale perché i funerali, nel cuore anglofono, hanno una loro poetica decadente e romantica.
Gli inglesi non schiamazzano, nemmeno in pieno traffico. “il solito flemma” commenterebbe qualcuno, ma credo qualcosa sia cambiato e non saprei giudicare se in male o in bene ad esempio l’espressione con all’inizio il “please” una volta era d’obbligo sulla bocca di tutti, oggi non più. Io lo uso ancora, fa molto trend quel rispetto che si ha degli altri, ma le nuove e le vecchie generazioni corrono verso universi che conglobano tradizioni, lingue e usi. Siamo un popolo universale ma diviso dalla lingue ebbene credo che il futuro sia anticipato da questa anima cosmopolita, dove non importa cosa tu sia ma cosa tu sia capace di esprimere. Infatti i cantanti “sciolti” brulicano e arrivano dalla Francia, dagli Stati Uniti, dalla Polonia. Voci liriche di intensità pazzesca, danzatori, giocolieri e persino ginnasti, si offrono alla platea dei passanti in cambio di “una donazione”. Ebbene Londra non mi ha delusa. Ho trovato cibo per la mente e per l’anima e se la politica dovesse rovinare con confini troppo stretti questa anima vivace, ebbene non spetta a me demolirne le ragioni, c’è una intera nazione che vive di un instancabile fermento e che impedirà qualsiasi sopruso alla libertà d’espressione.