Regno Unito, Paese estero 21 luglio 2016

Londra – Milano (Miu Jacqueline)

La pace, la cultura, la diversità.

Più siamo diversi più ci arricchiamo. I nostri talenti mescolati sono la migliore chance di sopravvivenza della nostra specie. Il talento crea cose all’avanguardia e volte incomprensibili ma la storia riesce a dare ragione ai folli, ai pionieri a quelli che credono nella propria missione. A volte noi artisti sembriamo incomprensibili, persino a noi stessi, ma l’esigenza di generare, di comporre di creare ci supera. La nostra febbre è un elemento dinamico, si integra con le nostre energie e con i nostri sogni. Noi conviviamo e ci esprimiamo con un mondo più vasto:_ quello dell’immaginario.
La diversità dei popoli in movimento ci arricchisce di pensieri costantemente nuovi, capaci di mettere in discussione la nostra vita, le nostre opere, le nostre opere. Forse è questo lo spirito giusto con cui affrontare il futuro. Oggi più di cento anni fa, convivere è diventato difficile. Le regole sono continuamente messe in discussione e il “nazionalismo” perde ragione se si pensa che tutti apparteniamo a un genere che vigila sopra una nazione poiché il cuore è uguale per tutti. Nonostante la tecnologia i sentimenti sono rimasti lenti. L’amore, l’amicizia e ogni affetto si esprimono con lentezza poiché hanno bisogno dei loro tempi per crescere, per capire per esprimersi.
Non esistono confini per i creativi e non esistono regole se non quelle del proprio rispetto e del rispetto per il prossimo. La violenza nel mondo della creatività, non è stimolante e non sempre serve a sfidare i dogmi. Le regole si sfidano con ideali sempre più grandi, ideali capaci di unire le persone e di aiutarle non disgregandole, non sminuendole.
Se l’utopia non è d’aiuto al talento, lo è il contatto con chiunque sia portatore di diversità. La vera normalità non esiste. Ciò che è normale significa che è immutato e ciò che non muta, non migliora, non si evolve. Ebbene quello che è vero è che la vita è unica, non ci sono doppioni, vale la prima – quindi viverla non percependo lo straordinario in noi e negli altri – è davvero un peccato. Da soli siamo e saremo sempre imperfetti ma tutti uniti per una causa, per un affetto per un valore – beh, tutti uniti nonostante le nostre differenze direi senza ombra di dubbio che siamo meravigliosi e con speranza di evolvere.
Di ritorno da Londra, capisco che il mondo è una vertigine dentro cui danzare cercando di collidere il più spesso possibile contro il pensiero di altri. Ci serve la diversità. Ci serve assorbire dal talento dei talentati, dalla creatività dei creativi, dalla vivacità dei vivaci, dalla tristezza dei tristi – emozioni. Da Londra a Milano la diversità è solo un confine di lingue, ma se ci fosse una sola lingue – tra Londra e Milano non ci sarebbe che una nazione di esseri umani dotati ognuno del proprio talento. La speranza che nessuno metta mai barriere alla fede e all’immaginario al resto ci penseranno i sentimenti, poiché in amore non ci sono regole e certi grandi amori – certi grandi traguardi nascondo da persone così diverse e irraggiungibili che pochi riescono a comprendere – non almeno fino al futuro.