Un evento drammatico che ha sconvolto non solo una famiglia, ma tutta la comunità di Longobardi, che per altro già in tempi passati, ha dovuto fare i conti con episodi e tragedie di questa portata. Stiamo parlando della prematura quanto inattesa e dolorosa scomparsa di una ventenne, Rosa, che d’un tratto abbandona questa vita, nella sua speranza di trovarne e scoprirne una migliore. Ragazza di giovanissima età, solare ridente trasparente in tutto ciò che poteva “liberamente” esternare, Rosa è per Longobardi, per tutta una realtà territoriale, ma forse per tutta una società nazionale, lo specchio di un anello debole (più di uno) che non riesce a tener ben saldi alle proprie convinzioni alle proprie emozioni, ai propri ideali, giovani sempre più fragili e condizionati. Impegnata nel mondo del lavoro, lascia un vuoto incolmabile ed inspiegabile; tristezza rabbia dolore, fanno il paio con tensione rancore e cattivi sentimenti, che probabilmente hanno celato una sofferenza ed insofferenza. D’ora in poi, Rosa vivrà per sempre nei ricordi e nel cuore di chi la conosceva e amava. Eppure la costa tirreno cosentina, per fermarci ad un ristretto ambito provinciale, di vicende cosi nere, che lasciano segni indelebili, vere stigmate nei cuori e nelle menti di famiglie e parentati distrutti, ne ha già vissute numerose: tra San Lucido, Paola, Falconara, Longobardi per citare i paesi di episodi relativamente più recenti, se ne contano circa una decina in un ventennio. Appare chiaro dunque come in un contesto di tale disperazione e morte, per forza maggiore entrino a farne parte, di una roulette russa di tempi moderni, società civile stravolta, politica colpevole inadempiente e fallimentare verso obiettivi di aggregazione giovanili, per non parlare di famiglie chiuse al dialogo e al confronto con i propri figli. Figli di “maledetti tempi moderni”, vittime di tecnologie ed innovazioni che hanno sopraffatto passeggiate, appuntamenti e partite nei campetti. Ma queste famiglie, quale ruolo reale e discutibile, svolgono? Le cosi dette famiglie di oggi, legate a filo doppio, a quei presunti sani ed integerrimi principi, che nel terzo millennio andrebbero con tutta franchezza ammorbiditi, o per lo meno affrontati diversamente, capiscono i propri figli? Ogni dolore ha una propria spiegazione una propria radice, nessun idea e nessun giudizio potrà svelare o far comprendere quale sofferenza e profonda amarezza, stesse vivendo Rosa; restano delle esequie affollatissime, rabbia e sentimenti duri a mandar giù, un nucleo familiare frantumato e l’immagine di ragazzi e ragazze, tra inquietudini ed incertezze, tra sogni utopie e disincanti. Una generazione in conflitto tra presente e futuro, forse plagiata da un’educazione evanescente.
longobardi, una dolorosissima vicenda
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