Chi non ricorda Luciano Caldore, uno dei “reucci” dei neomelodici del finire degli anni ’90? Assieme ad altri colleghi (Toto Fabiani, Stefania Lay, Sergio Donati e il Maestro ‘Azz) ebbe un notevole successo di pubblico con una trasmissione che, all’epoca, fece davvero clamore. “Music Live” ebbe ascolti da record sulle emittenti locali: ne parlarono i grossi quotidiani e “La vita in diretta” dedicò pure qualche trasmissione a quel gruppo che spopolava tra uomini e donne. Il successo fu travolgente per Luciano Caldore, che sbancò con “Pazzo d’amore”, dalla quale nacque, come avvenne per i “musicarelli” degli anni ’60, anche un film, dall’omonimo titolo e diretto da Mariano Laurenti. Ragazzine osannanti ai concerti, tanti dischi venduti e poi un altro film, “T’amo e t’amerò”, con Barbara Chiappini, Francesca Rettondini, Solange e Andrea Roncato. Le fughe in macchina alla fine dei concerti, gli autografi, la fama. Il sogno durò qualche anno, ci fu qualche promessa, qualcuno parlò addirittura di Sanremo, e poi il ritorno con i piedi per terra, aiutato dalla moglie e dai figli a uscire dalla depressione che arrivò puntuale quando il telefono cominciò a squillare di meno. Poi la luce si è riaccesa, e Caldore, oggi quarantenne ma sempre biondo e con gli occhi azzurri, ha ricominciato a cantare, anche se non si era mai fermato del tutto. In questi giorni è uscito il suo nuovo pezzo, “Tu, n’arcobaleno”, scritto da Salvatore Strada: è già un successo tra i suoi moltissimi fans, quelli che non lo hanno mai lasciato, e che rappresentano lo zoccolo duro dei suoi sostenitori, che si stanno rimbalzando il video da un profilo all’altro di facebook: ogni donna, tra le sue fans, immagina di essere per lui quell’arcobaleno descritto nella nuova canzone.
Luciano Caldore: il ritorno del “re” dei neo-melodici
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