San Gimignano (Toscana) 20 maggio 2014

M5S chiama in causa Bassi: la trasparenza dell’informazione

SAN GIMIGNANO – E’ iniziato il conto alla rovescia per la chiusura della campagna elettorale e, come sempre accade negli ultimi giorni, le esternazioni, le dichiarazioni, le polemiche si fanno sempre più roventi. Quest’anno a San Gimignano c’è stata la novità – sembra molto gradita, visto il successo e l’apprezzamento di tutte le forze politiche in campo – dello spazio concesso gratuitamente, da SangiPRESS/Ex-Libris, a tutti gli schieramenti per poter dire la propria opinione – ovviamente la responsabilità delle affermazioni ricade sui rispettivi gruppi politici e/o liste e candidati a sindaco che le rilasciano.
Il gruppo del Movimento 5 Stelle di San Gimignano, oggi ha consegnato questo documento, chiamando in causa l’avversario Giacomo Bassi, che si ripresenta per il secondo mandato per la candidatura a sindaco.
SangiPRESS, com’è sua consuetudine, per estrema correttezza, riporta integralmente l’intervento.

“San Gimignano 5 stelle vuole segnalare un fatto spiacevole che riguarda il Sindaco uscente Giacomo Bassi, la trasparenza dell’informazione e quindi tutti i cittadini.
A partire dal 2012 il sindaco ha dichiarato in più occasioni, tra incontri pubblici e comunicati stampa, che nel presentare “la proposta di realizzazione di una centrale a biomasse a Ranza” il progetto assumeva un “Elemento valoriale: questa operazione andrebbe a ricadere anche su un terreno confiscato alla mafia (il terreno è adiacente alla struttura carceraria)”. Questo annuncio fu pubblicato anche su “Il Sindaco informa”, giornalino locale sostenuto dall’amministrazione che avrebbe la funzione di dare informazioni trasparenti sulle attività che riguardano il Comune ed i suoi cittadini. Ed infine il 7 maggio, in occasione dell’incontro pubblico con il Ministro Lanzetta ed altri candidati sindaci della zona nell’ambito del progetto “San Francesco”.
Peccato, però, che non si sia mai verificata alcuna confisca per mafia. Si da il caso che i registri immobiliari siano di pubblico accesso ed incuriositi da tanto fasto noi ci siamo documentati ed abbiamo potuto così appurare l’inesistenza di misure di esproprio su quei terreni.
Non intendiamo certamente entrare nei meriti della posizione del soggetto proprietario di quei terreni, crediamo abbia suo malgrado avuto anche troppa pubblicità, ciò che si rileva è che tali terreni semplicemente non sono mai stati confiscati per mafia tantomeno i proprietari non hanno mai ricevuto condanne per mafia, con il chiaro rischio di compromettere la reputazione di un cittadino rispetto all’opinione pubblica con l’appellativo di mafioso e magari dover far sostenere ai cittadini un eventuale risarcimento dei suoi danni. Quindi, il sindaco non avrebbe dovuto lanciare ripetutamente nel tempo certe dichiarazioni prive di fondamento.
Potremmo entrare nel merito del progetto dell’impianto a biomasse, il cui impatto ambientale veniva giustificato con l’affermazione “la zona è ormai compromessa, considerando quel grande contenitore dal punto di vista paesaggistico il danno è già stato fatto” (dalla stessa forza politica 12 anni prima). Non è il caso comunque che lui o chi lo succeda peggiori la situazione, anzi a nostro avviso andrebbe sicuramente interpellata la popolazione locale che vive anche di turismo ed agricoltura in una parte di territorio appunto già compromessa.

Ma l’episodio ci porta inevitabilmente a valutare la trasparenza da parte delle istituzioni, vuoi in ambito nazionale vuoi in ambito locale, in tutti quelli che sono i rapporti con i cittadini attraverso organi di comunicazione spesso pagati con soldi pubblici, comunicazione che tipicamente si fa più vivace e serrata sotto elezioni, in cui si succedono tagli di nastro, enunciazioni di grandi opere e virtuosismi vari dando la sensazione, che in molti condividono, che lo scopo sia fondamentalmente quello di impressionare l’elettorato”.