Arezzo (Toscana) 11 febbraio 2015

MADIBA è LIBERO! 11 febbraio 1990

esattamente 25 anni fa, stessa ora (locale) e minuti di quando invio questo post, ero fuori del carcere di Victor Vester Prison in Paarl, vicino a Cape Town, ad attendere l’uscita di Nelson Madiba Mandela, ero li perché stavo collaborando per la sicurezza di quando avrebbe fatto il suo primo discorso a Johannesburg al First National Stadiun, lo stesso dei mondiali.

debbo confessare che prima di conoscerlo avevo dei dubbi sul suo agire dopo il carcere ma sino dal primo momento quando mi strinse la mano capii di essere di fronte a qualcosa di immenso, impossibile non ricordare l’assoluto silenzio che si formò nei primi secondi della sua uscita, una cosa impossibile per chi conosce l’Africa sempre rumorosa, e poi l’apoteosi che durò settimane ma senza alcun spargimento di sangue.

io con altri miei collaboratori dovevamo arrivare a Cape Town dove era previsto il suo primo discorso ma in ealtà non riuscimmo mai ad arrivarci, pur essendo su veicoli ufficiali dello Stato e scortati da esercito e polizia, infatti, le strade verso Cape Town erano strapiene di persone ed era veramente impossibile passare, allora per motivi di sicurezza ci imbarcammo su elicotteri che ci portarono a Cape Town, ma che li impossibile atterrare vicino alla piazza prescelta, milioni e milioni di neri erano affluiti convergendo sulla piazza e avevano bloccato tutte le strade, dall’alto un formicaio enorme e in continuo movimento, quindi rientrammo mestamente in una base dell’esercito dove rimanemmo bloccati tutto il giorno.

era incredibile ascoltare tutto quello che stava accadendo la fuori ma la sicurezza ci aveva garantito che ra impossibile raggiungere il luogo dell’evento e forse anche molto pericoloso.

poi il colpo di fortuna quando mi fecero salire su un elicottero militare che avrebbe sorvolato l’area, inimmaginabile quello che si vide, non si vedeva uno spazio libero e sinceramente gli stessi capi di polizia e esercito non erano certi che Nelson Mdiba Mandela potesse arrivaresul luogo previsto.

invece ce la fece con un incredibile ritardo ma riuscì a parlare e soprattutto convincere tutti a non fare azioni di violenza sui bianchi, una cosa che si sarebbe poi ripetuta sino ad ora.

poi a Johannesburg altri milioni di neri festanti circondarono lo stadio del suo discorso e per noi fu possibile uscire in sicurezza solo dopo due giorni, tutti gli ospiti e i bianchi presenti, alcune migliaia di persone, furono trasportati sugli elicotteri militari che volarono giorno e notte.

finito il mio lavoro e ricevuto i complimenti di tutti per avere previsto possibili ritardi per uscire preparando cibo e bevande e pure letti da campo, mai avrei pensato che sarei in seguito diventato amico di Madiba che mi chiamava “the crazy Italian on bike that open tha cycling to blacks during apartheid” perché organizzai per la prima volta e durante l’apartheid un corso di cilclismo per i ragazzi di Soweto il 9 febbraio 1989, un evento da pazzi veramente.

aver conosciuto e ascoltato Madiba ha influito moltissimo sulla mia vita e mi ha fatto più volte pensare che se credi veramente in quello che fai è più facile convincere le persone a fare la cosa giusta, ed ancora oggi nonostante la violenza sia cresciuta a dismisura non c’è stata violenza contro i bianchi, caso unico in tutta l’Africa quando i neri prendevano il potere politico della Nazione.

poi nel 1995 dopo continue minacce e didasgi che ni creavano seri problemi da parte dei razzisti sudafricani e da una parte dell0ANC legata a Winnie Mandela, la prima moglie, con cui non ho mai legato perché sapevo essere una vera delinquente, quando lo dicevo mi prendevano per pazzo poi finalmente la condanna e l’escussione dalla vita di Madiba.

mi è dispiaciuto molto lasciare il Sud Africa dove ho avuto tante grosse soddisfazioni ma per me sarebbe una follia rientrarci senza incontrare problemi irresolvibili emettere a repentaglio non solo la mia vita ma anche delle persone a me vicine.

ma oggi anche io grido VIVA MANDELA

abio fioroni
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