Era sdraiato su di un letto in ospedale, il letto accanto al mio…
E’ stato così che ho conosciuto Roberto, il fratello di Stefano Sechi, vittima di un incidente stradale sulla Via Flaminia, circa 5 anni fa. La notte prima, a causa di una brusca frenata della macchina che mi era davanti, avevo frenato sul brecciolino ed il mio scooter, in un attimo impazzito, mi aveva catapultato con violenza in terra, nonostante procedessi ad una velocità approssimativa di 30 kmh, …quasi nulla, ma riportando la frattura di 7 costole, clavicola, scapola ed uno pneumotorace che avrebbe potuto portarmi alla fine di tutto quello che si chiama vita. Roberto arrivò in ospedale la mattina seguente, non mi resi neanche conto del suo posizionamento accanto a me ed era stato ricoverato per una serie di importanti controlli; di corporatura robusta, forse dovrei dire massiccia e persona “cupa” e di poche, pochissime parole, lo “scoprii” (anche se mai del tutto) in quella settimana che passammo a circa un metro di distanza l’uno dall’altro, scoprii lui, conobbi e “riconobbi” la tristezza della mamma Elena e l’incredibile luce del papà Agostino, “in breve” seppi che alcuni mesi prima Roberto aveva perso suo fratello con il quale aveva da sempre vissuto e lavorato spalla a spalla. E’, ora, per me emozione poter parlare di loro, di persone che nonostante abbia potuto rivedere occasionalmente, portano sulle spalle il pesante fardello di una tale tragica fatalità e che, con la partecipazione dei tanti loro amici vogliono ricordare Stefano in un’atto di quello sport che era la sua passione, il calcio.
(SI CONSIGLIA VIVAMENTE DI INFORMARSI PREVENTIVAMENTE AL NUMERO DI TELEFONO DELLA LOCANDINA PER IL LIMITATO NUMERO DI SQUADRE PARTECIPANTI)