Oggi, 10 agosto, il quotidiano Il Giorno nell’edizione in edicola pubblica a pagina 20 un articolo con cui, sotto il titolo “L’esodo senza fine dei migranti fra accoglienza e intolleranza” si intende riassumere la situazione dei migranti in Lombardia, 8.000 si dice, e si prova a fare provincia per provincia una sorta di mappa. Già la presentazione dell’articolo, titolo, catenaccio e sommario, dà subito l’idea che si voglia cavalcare l’umore che si ritiene essere proprio della maggioranza dei lettori. Non a caso il sommario riporta le parole (brutalmente propagandistiche) dell’assessore regionale all’immigrazione, Simona Bordonali. leghista: “Un’invasione senza precedenti”, e ancora “Se scappassero da una guerra, non lascerebbero donne e bambini a morire nel loro Paese”. Strumentali forse perché la Lombardia – come informa il redattore – nei giorni scorsi ha chiesto al Governo di Roma (sic!) 160 milioni per l’assistenza sanitaria offerta agli extracomunitari. Ma il redattore ci mette anche del suo: dopo aver citato la situazione critica della stazione di Milano, chiude infatti in bellezza così: “Ma cresce l’insofferenza, soprattutto nei piccoli paesi, dove a volte il numero dei migranti accolti rischia di superare quello degli abitanti italiani”. Insomma, disinformazione, mera disinformazione. Già.
Dove sta “l’invasione senza precedenti” della Bordonali? 8.000 stranieri? Forse non sa (è ironia) che in Lombardia (dato del 2013 reperibile su Comuni-Italiani.it) ci sono 1.129.185 (in lettere: un milione centoventinove mila centottantacinque) stranieri su un totale di 9.973.397 abitanti, l’11,3% della popolazione: romeni, marocchini, albanesi, egiziani, cinesi, filippini, indiani, ucraini, peruviani, ecuadoregni, pachistani, senegalesi, cingalesi, moldavi, bengalesi, tunisini, ghanesi, brasiliani, boliviani, bulgari. Certo che c’è un’emergenza in corso, ma è causata, localmente, principalmente dall’incapacità delle amministrazioni di rispondere all’accoglienza in maniera adeguata. Non è come organizzare una festa in piazza, cosa in cui nei vari comuni gli amministratori eccellono; non è curare l’ordinaria amministrazione. Nell’emergenza bisogna essere veramente capaci di amministrare una comunità ed intervenire fattivamente nelle difficoltà.
Ma restringiamo il campo al Lodigiano, dove i dati (anno 2013) sulla presenza straniera parlano di 26.482 stranieri su 229.082 abitanti, l’11,6%, in linea con il dato regionale. Il quotidiano scrive: “Sono quasi 220 i profughi ospitati tra associazioni e privati”. Detto questo, trascurando altre criticità che pure lo stesso giornale nei mesi scorsi aveva segnalato, ricorda tre sole accoglienze, quella, innanzitutto di “Lodi Vecchio nel Laus Residence di via Nazioni Unite” dove “sono alloggiati 30 ragazzi, in larga parte nigeriani”, dove qualche settimana fa tre quarantenni milanesi, come racconta lo stesso quotidiano il 31 luglio con positività, “senza lavoro e con la passione del volontariato [“uno con un passato come speaker radiofonico, autore televisivo e regista teatrale” garantisce l’articolo, ndr] si ‘reinventano’ accogliendo profughi”: “Appena firmata la convenzione con il tribunale di Lodi per avere in concessione l’edificio del Laus Residence di via Nazioni Unite, nella zona industriale di Lodi Vecchio, è arrivato anche l’ok della prefettura che ha permesso alla struttura di accogliere donne e uomini almeno fino alla fine di ottobre”. La seconda accoglienza a Lodi viene così ricordata: “A Lodi grazie all’impegno dell’associazione Progetto Insieme vengono assistiti 11 migranti di cui 9 provenienti dal Mali”. Progetto Insieme, non si dice ma va detto, è una associazione di volontariato di ispirazione cattolica, costituita dalla Diocesi di Lodi nel 1991, in seguito alle indicazioni pastorali evidenziate dal XIII Sinodo Diocesano, per dare una risposta alle “nuove” povertà.
Arriviamo, dunque a Brembio, dove l’amministrazione che garantisce al presidente dell’associazione dei comuni del Lodigiano le condizioni per essere in carica, si è dichiarata disponibile, tanto per gradire (e non passare per razzista), ad un’accoglienza di 2, 3 migranti, non di più (estesi poi in un’assemblea pubblica a 8, 9) dichiarando il sindaco davanti al prefetto e davanti ai cittadini la propria volontà di dimettersi in caso contrario. Si legge nell’articolo: “A Brembio l’arrivo degli immigrati è più problematico: hanno occupato (sic!) una palazzina di Via Montegrappa messa a disposizione da un privato (con relative proteste).
Come appare evidente, in chi sa cogliere le sfumature della scrittura, traspare una inconsapevole predisposizione in chi ha redatto l’articolo a mettere in una luce critica a Brembio ciò che realmente critico non è. Nonostante che lo stesso giornale due giorni fa, in un articolo intitolato “Cuore e affari: ai migranti le mie case sfitte”, chiarisse ponendo la situazione nei giusti termini e sottolineando nel catenaccio quale fosse il reale obiettivo della contestazione dei politici locali: “Un privato nel mirino a Brembio”. E per cosa? Per aver stipulato un contratto fuori bando con la prefettura della durata di sei mesi salvo proroghe con il quale sono stati messi a disposizione dell’emergenza accoglienza i dieci appartamenti sfitti di un complesso ultimato recentissimamente, un inserimento gestito da una onlus.
Nell’incipit del suo articolo, il giornalista, recatosi sul luogo per un’intervista, riporta queste parole dell’imprenditore edile: “Come si può vedere è tutto tranquillo. Sono famiglie con bambini. Non si sentono nemmeno”. Lo stesso articolo spiega che l’imprenditore ha dato la propria disponibilità alla prefettura dopo che, per un anno e mezzo, gli appartamenti sono rimasti vuoti a causa della crisi immobiliare: “Sono appartamenti nuovi, con tutti i confort. Il contratto dura sei mesi e gli arrivi sono fuori dal bando della Prefettura che scade a fine mese: è un accordo con carattere d’urgenza”. E ha precisato anche il suo impegno personale nell’accoglienza: “Io sarò qui tutti i giorni fino a quando la situazione non si stabilizzerà. Però vedrete che non ci saranno problemi”. E problemi finora non ce ne sono stati. Anzi, ieri domenica, un gruppo di migranti di religione cattolica ha assistito alla messa domenicale delle 10.30 e, come segnale di accoglienza della parrocchia, il vangelo è stato letto nelle due lingue: in italiano ed in inglese. Di che, dunque, si sta parlando?
Migranti. Propaganda e disinformazione sono il vero male
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