Pasti precari forniti da volontari e consumati su panchine, giovani donne e uomini in balia del meteo inclemente, la precarietà fatta sistema. Bizzarro concetto, quello che Virginia ha della ‘inclusività’. Dopo più di dieci sgomberi, dopo il divieto di mettere in opera bagni chimici, di metter su una tenda per coprirsi dalla pioggia e dal gelo, dopo mesi e mesi di promesse e chiacchiere, dal Campidoglio ancora nessun segno di vita, in merito ai migranti in transito che arrivano a Roma da zone di guerra. Un modo disumano e per niente civile di affrontare un problema umanitario
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