Pozzuoli (Campania) 30 luglio 2017

MILENA PETRARCA GRANDE SUCCESSO

a cura di VITTORIO BERTOLACCINI detto COBRA DUE

Recensione Pietrantonio Di Lucia

Grande SUCCESSO LA MOSTRA di MILENA PETRARCA si terrà ancora fino al 30 Luglio 2017 ALBistrò-Galleria-APOTECHA–ART PORT -via SOLFATARAn 131.133 ORGANIZZATA dal Dott NICOLA FASANO art TUTOR scopritore di Milena quando aveva 15 anni con il PRIMO PREMIO vincitrice assoluta —-PREMIO di PITTURA CIttà di POZZUOLI — Ecco una recensione del critico d’arte -Pietrantonio Di Lucia -Artemisia Gentileschi ebbe vita travagliata al pari di alcune donne che oggi subiscono stupri e soprusi da parte dell’uomo. L’uomo ancora oggi non si convince che donna e uomo, che maschio e femmina sono due cose in una e che l’uno deve essere il complemento dell’altra e viceversa. Pensate quanto fosse più difficile nel 1600, al tempo di Artemisia! Per avere credito come artista escogitò anche di travestirsi da uomo e cambiò il suo nome per non farsi riconoscere come moglie del marito anch’egli pittore. La sua pittura improntata a quella di Caravaggio prima maniera, ebbe successo e, sempre con escogitazioni da donna furba ed intelligente la Gentileschi ebbe molte commesse e ne conserviamo tele di alta qualità. “GLI OCCHI DI ARTEMISIA” che Milena Petrarca ha voluto dedicare a questa insigne Artista, è qualcosa che si riallaccia a tutto un percorso socio-artistico che Milena con Assunta Gneo, Angela M. Tiberi, Claudia Saba e tante altre donne culturalmente impegnate stanno portando avanti: il riscatto della donna nei confronti di quella parte maschile che ancora non recepisce il messaggio di parità, di armonia e di complementarietà che dà alla donna la sede che le compete e induce l’uomo ad essere più uomo nell’accettare le distinte posizioni, tuttavia unitarie per i compiti che la vita assegna loro. In questo disegno colorato si accenna ad un naso e ad una bocca di donna malinconica, ma bella. Quello che domina e predomina però sono due occhi posti nella sede che compete loro, ma enormi esorbitanti, quasi due fari indipendenti che ti scrutano dentro. Tu senti che vogliono comunicarti verità intime e profonde, Sono intensi, scavano nell’anima e ti trasmettono ansia, malinconia e inquietudine. Sono monito al Mondo che non sa comprendere e chiedono aiuto, ma non miseramente, non per farsi commiserare. Esigono diritto alla vita e dignità totale che Madre Natura stessa attribuisce loro. Tu che leggi la storia contrastata della impavida Artemisia e sai che ha subito angherie e stupro per combattere la sua battaglia, la rapporti facilmente ai tanti testi letterari che oggi ribadiscono le stesse istanze. Triste deduzione. -nulla i secoli han cambiato! Nel disegno perfetto, scandito da tratti decisi e lineari, con chiaroscuri intensi e tonali, resti sorpreso a guardare una macchia svirgolata di intenso nero che turba la composizione e più ancora te che osservi. Fissi meglio il particolare e individui una sorta di albero. Lo deduci dalle radici a fittone da cui nasce il tronco. ma il tronco per la sua sinuosità si tramuta in via da percorrere che si perde all’infinito sotto il chiarore intenso di un occhio. La fantasia galoppa e l’interpretazione pure e puoi intendere tanti significati. io leggo che la vita ha le sue radici nitide e nette; ha consistenza di un tronco robusto e dotato, ma il percorso della vita individuale è ben tortuoso e il destino di ognuno è all’infinito, è incerto finché non sei tu a prenderne le redini e ad imporre la TUA via. “Faber est suae quisque fortunae” …già lo sapevano i