LE OPERE DI MIRIAM
Pina Melai
I soggetti che interessano il lavoro di Miriam Stefanelli, parte della copiosa produzione esposta in Torre Upezzinghi, sono protagonisti assoluti delle tele e delle sculture, senza accenni o sguardi ad altri elementi di circostanza. I fiori ed i cavalli, che l’artista privilegia come fonte di ispirazione ed analisi, sono rappresentati con pennellate decise, in maniera frontale, quasi a favorire uno scambio comunicativo ed emozionale con chi in quel momento si trova di fronte all’opera, a carpirne i passaggi e le sfumature. Il colore plasma le forme con toni accesi, il rosso, il giallo, il blu, che prendono il sopravvento sulle tonalità più scure, se presenti, e che comunque restano relegate in piano secondario, quasi si volesse oscurarle. I petali, i fantini, i giovenchi sono incorniciati da un contorno definito, che delimita e ne fa risaltare il contenuto, e che allude a disegni preparatori, quindi al lavoro di inquadramento generale dell’opera compiuto in origine dall’artista. A seconda della luce e della presenza di altri elementi naturali in cui i soggetti vengono assorbiti – il vento, l’acqua o il mutare delle stagioni – le criniere e le corolle ondeggiano, si tingono di dimensioni calde, cristalline, fino a far parte quasi del vento e dell’acqua. Lo studio delle figure è meticoloso, niente è affrettato; l’artista ne fa una rappresentazione attenta ed aggraziata; i dipinti si dipanano in una visione orizzontale che può assimilarsi ad una stoffa pregiata, ad un pannello espositivo, che induce a compiacimento estetico di un’estrinseca bellezza naturale, molte volte composto da più tele e godibile in prospettive multiformi. Attraggono le colature impresse spesso sui dipinti: un passaggio di vita che racchiude i movimenti e li ferma alla vista dell’osservatore. I cavalli e le figure femminili quando diventano oggetto di lavoro nelle sculture, assumono una presenza preponderante, stagliata verso l’alto, a cogliere il respiro e la forza vitale che le anima. La lavorazione dell’argilla nelle mani dell’artista è materia di sinuosa flessibilità, che caratterizza in maniera più spiccata alcune parti dell’opera: i capelli nel caso delle sculture femminili e le criniere nella rappresentazione degli amati cavalli sono modellati in forma di onde e riccioli, che, come scolpiti in un ricco intaglio, ne aumentano il volume e l’aspetto decorativo, imprimendo una maggiore forza dell’impatto visivo ed inducendo ad elementi di giocosa fantasia. L’osservazione della realtà viene trasportata nelle opere, che si materializzano come tante creature, legate ad immagini, fugaci visioni, legami familiari, che si dipanano in un rapporto di intima partecipazione tra l’artista e le sue creazioni e sull’ appagamento estetico che ne deriva, capace di sollecitare suggestioni e serenità visiva ed emozionale. Il lavoro pittorico, a cui Miriam si dedica da svariati anni, è incentrato a riprodurre il dato naturale con tecnica ben padroneggiata con cui si esaltano cromie che danno grazia e movimento ai soggetti rappresentati, con una manualità ormai libera da meri tecnicismi accademici, che emerge in modo immediato negli ultimi lavori. L’interesse verso la terracotta è invece più recente, ed è un campo in cui l’artista potrà senz’altro spaziare ed affinare meglio le proprie capacità espressive, anche dedicandosi a lavori di maggiori dimensioni per dare respiro a potenzialità che attendono di essere più completamente esplorate e portate alla luce.
MIRIAM STEFANELLI “ZEFIRO” Il colore dei sogni
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