Subito polemiche. I residenti: «Dal Comune solo bugie». L’organizzazione chiede pazienza sui biglietti
MODENA. I lavori sono iniziati e le polemiche sono già esplosive. Il tema è il concerto di Vasco Rossi del primo luglio, il teatro è quello del parco Ferrari dove da ieri sono attive ruspe e operai. Motivo? Abbattere il terrapieno giudicato pericoloso per le vie di fuga. E su questo c’era l’accordo degli ambientalisti e del comitato del parco.
Il problema è che ieri è successo ben di più: «Sono state tolte tutte le querce piantate a suo tempo dalla Lega Nord – spiega Nicoletta Uzzielli, che rappresenta i cittadini – ben attecchite e che stavano crescendo, i dieci alberi piantati dalla nostra associazione in collaborazione con Hera già cinque anni fa, tutte le irrigazioni che fornivano acqua alle piante sopra dette. Se queste sono le parole date nelle riunioni, sono sbalordita, arrabbiata e basita rimanendo dell’opinione che non c’è più da fidarsi di nessuna nemmeno, dell’assessoreGuerzoni.
Ora non ci sono nè ma nè però che tengano caro Guerzoni, queste piante son destinate a morire dopo tutti questi anni, ma la cosa e la questione più grave è il continuare a raccontare bugie». Nicoletta Uzzielli, presidente dell’associazione cittadini per il parco Ferrari e per il verde urbano, rincara la dose: «Ora, viste le bugie che ci son state raccontate, cos’altro ci dovremo aspettare? Forse la distruzione del Parco Ferrari? Forse il trasferimento in altro luogo del laghetto?».
Intanto ieri il manager Floriano Fini, attraverso il profilo ufficiale di Vasco, ha chiarito che si sta «valutando la definitiva capienza del luogo. La richiesta di biglietti è ancora intensa, ben consapevoli di non potere accontentare tutti.
Sono condizioni molto complesse.
da valutare, con variabili ad oggi prive di esperienze con cui confrontarsi; siamo costretti a chiedere ancora un po’ di pazienza, l’intenzione è stabilire al più presto il numero di biglietti ancora disponibili, dopo di che sarà comunicato un calendario per la messa in vendita degli stessi».
Fonte: gazzettadimodena.gelocal.it/