Due notizie tragiche, di questo ultimo fine settimana, ma di quelle che non finiscono sulle prime pagine dei giornali, mi hanno fortemente colpito (una volta tanto il giornalista si personalizza – ndr).
Una è avvenuta nel centro di Pisa, l’altra, nella centralissima Siena. Tutte e due, questa la prima cosa che fa pensare, sono fatti tragici, avvenuti, proprio, nella acculturata e sensibile Toscana.
La seconda impressione che si avverte, anche se i fatti e le persone sembrerebbero lontane anni luce, è il motivo “reale” delle due morti: la disperazione della solitudine.
Quella di un sacerdote (63 anni) che si impicca e quella di uno sconosciuto (46 anni) che muore di freddo per strada. La nuda cronaca acquista minore importanza.
Il prelato è stato trovato nella sua canonica da una suora della parrocchia di Santa Marta a Pisa, dove si era ucciso impiccandosi al soffitto del locale.
Il senzatetto italiano, invece, è morto al freddo, in pieno centro a Siena, in un portone di via San Pietro.
I due fatti fanno riflettere moltissimo sulla solitudine nella quale si sono trovati questi due uomini per morire così.
giorgio mancini
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Morti con la disperazione della solitudine
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