Motta San Giovanni. Sottovalutati i casi di malattie tumorali. Siamo fortemente preoccupati.
Nel corso degli anni la scrivente associazione, con numerose e diversificate richieste d’intervento, ha chiesto alle Istituzioni competenti la bonifica e la messa in sicurezza dei siti potenzialmente inquinati e la completa bonifica dell’ amianto in tutto il territorio comunale di Motta San Giovanni. Si poneva fortemente l’accento sulla devastazione del suolo provocata da discariche clandestine e dall’inquinamento fognario, i cui liquami non depurati sfociano a mare, nonché dagli effetti nocivi prodotti dalle discariche comunali di rsu dismesse, dall’interramento di fanghi di depurazione e dai rifiuti nocivi provenienti dalla Centrale termoelettrica di Brindisi interrati in una cava di Lazzaro, che con alta probabilità avranno interessato le falde acquifere e le acque del mare immettendo nella catena alimentare sostanze nocive che finiscono sulla nostra tavola.
Si chiedeva di mettere in sicurezza alcuni vasti capannoni industriali con copertura di amianto in cattivo stato di conservazione situati nel centro del paese. Anche nel popoloso centro di Motta San Giovanni, Largo dei Manganelli di fronte alla farmacia, insiste un fabbricato recentemente donato dal proprietario al Comune di Motta SG con copertura in eternit.
Sebbene la regione Calabria abbia adottato il “piano regionale amianto per la Calabria” e abbia dato attuazione all’attività prevista dalla legge 257/92, gli interventi di bonifica dell’amianto sul nostro territorio tardano ad arrivare. Mentre non tarda ad arrivare l’aumento dei tumori e i casi di mortalità di persone affette da malattie neoplastiche. Ultimo decesso a nostra conoscenza di persona con malattia tumorale si è registrato a Motta San Giovanni lo scorso 17 settembre ed ha riguardato una signora di 54 anni.
Gli Organi competenti con riferimento anche alle nostre recenti segnalazioni rassicurano che dal monitoraggio presso i siti da noi indicati “ non è mai emersa criticità tale da arrecare nocumento alla salute pubblica ed ambientale”. Una risposta generica che non dice nulla.
I dati in nostro possesso invece indicano un aumento nel territorio comunale di malattie tumorali e richiamano l’attenzione sui molti casi di tumori che si stanno registrando nella contrada Lavandara di Lazzaro. Appare evidente che qualcosa che nuoce alla salute della popolazione in questo paese c’è. Il nostro registro dei tumori istituito col “passa parola” dice che se non siamo di fronte ad una “epidemia” poco ci manca. Le nostre preoccupazioni sono più che fondate anche alla luce di quanto emerso dal Piano di indagini ambientali eseguito dal geologo su richiesta del Comune di Motta SG, in località “Don Candeloro” in prossimità del Centro abitato di Motta San Giovanni.
Nelle conclusioni leggiamo tra l’altro che il piano di caratterizzazione permetterà di delineare la situazione esistente ed evidenziare la necessità di bonificare e mettere in sicurezza la discarica comunale dismessa di “Don Candeloro”, ripristinando la situazione ambientale antecedente la fase di degrado che ha seriamente compromesso le risorse idriche sotterranee. Si legge altresì che l’area necessita di esami che permettano di delineare le caratteristiche che inducono incidenze negative. La situazione idrogeologica continua il geologo, è tale da far ritenere di notevole influenza l’azione delle acque meteoriche per la stabilità del sito, ma ancor più per la diffusione di inquinanti attraverso la falda sotterranea.
Facciamo un piano di indagini ambientali anche per gli altri siti potenzialmente inquinati e vediamo cosa viene fuori.
Con riferimento all’amianto posto a copertura di alcuni stabilimenti industriali dobbiamo rilevare che il Comune di Motta SG nel mese di ottobre 2016 ha chiesto ai titolari delle ditte di adottare un programma di controllo e manutenzione secondo quanto previsto dal D.M. 06/09/1994 specificando che se entro 15 giorni dalla ricezione della comunicazione non si provvedesse ad inoltrare la relativa proposta di valutazione di messa in sicurezza secondo i tempi sopra riportati, l’Ente comunale sarebbe costretto ad adottare tutte le forme prescritte dalle leggi vigenti a tutela della salute pubblica. Non sappiamo se le pratiche siano dormienti presso il Comune o siano stati adottati iniziative che portino alla messa in sicurezza dell’amianto. Iniziative che comunque sono sempre tardive.
Vincenzo CREA
Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”
e Referente unico dell’ANCADIC