Reggio Di Calabria (Calabria) 09 maggio 2014

NAPOLEONE E LA RELIGIONE IL TEMA DELLA XII EDIZIONE 5 MAGGIO

Giunge alla dodicesima edizione la giornata di studi napoleonici denominata “5 maggio” ed organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e Napoleone”. Nel corso della nuova edizione è stato argomentato il tema relativo agli interessi del grande corso con la sfera della fede reliogiosa.Un tema, quello affrontato dalle due co-associazioni, forse poco conosciuto rispetto al “curriculum vitae” di Napoleone Bonaparte nel quale sono inseriti ben altre note referenzialie come quelle più note inerenti alle sue vittorie sui campi di battaglie, allo stratega, alle varie riforme che avvennero durante la sua amministrazione. “Napoleone e la Religione” è stato quindi il tema centrale affrontato nel corso del nuovo appuntamento, nel quale sono state analizzate diverse cifre relative a “Napoleone e gli ebrei” a cura del Presidente Gianni Aiello ed il successo intervento a cura di Antonino Megali dal titolo”Napoleone cattolico?”. Nel primo intervento “Napoleone e gli ebrei” è stato messo in evidenza le varie tappe a riguardo tali contatti con tale sfera religiosa che si ebbero anche durante la Campagna d’Egitto, quando durante le operazioni di assedio della Città di San Giovanni d’Acri (20 marzo-21 maggio 1799) venne effettuata la stesura di un decreto relativo alla costituzione di uno Governo ebraico indipendente sul territorio Palestinese che poi, a seguito dei risultati delle operazioni militari, non trovò applicazione. Di tale documento – prosegue Gianni Aiello – vi è testimonianza sulla“Gazette Nationale ou Le Moniteur Universel” del 22 maggio 1799 dove il giovane corso “… invita gli ebrei dell’Asia e dell’Africa a coalizzarsi con l’Armata francese per la ricostituzione dell’antica Gerusalemme …” e tale linea programmatica anticipò le teorie sioniste dell’ungherese Theodor Herzl così come riportato nella pubblicazione di Jaques Attali ” Les Juifs, le Monde et l’Argent “. La conversazione ha toccato anche altre circostanze precedenti come quelle relative alla Campagna d’Italia ed a tal proposito vennero abolite le leggi inquisizionali, l’uso dei copricapo di colore giallo e bracciali con la Stella di Davide e tali provvedimenti vennero estesi a tutte le comunità residente nella Penisola, mentre in Francia si svolsero diverse Assemblee su tale argomento ed il 26 luglio del 1806 venne convocato a Parigi un apposito Consiglio per dibattere un articolato ordine ordine del giorno le cui conclusion vennero successivamente inserite nel decreto del 17 marzo 1808 che regolava in modo organico il nuovo istituto e decretava l’ebraismo come terza religione ufficiale. Quella “primavera riformatrice” si fermò bruscamente a seguito della parabola discendente dell’amministrazione napoleonica e di conseguenza tutti quei diritti acquisiti vennero annullati. La seconda relazione “Napoleone cattolico?” a cura di Antonino Megali , rappresenta una vera e propria provocazione culturale dalla quale emerge la figura di un uomo dalla profonda fede cattolica come testimoniato sia durante l’esilio di Sant’Elena sia dal cardinale Giacomo Biffi, che nella sua prefazione nelle “Conversazioni sul Cristianesimo” ne fa emergere quella di “cristiano devoto” , ribaltando quindi una certa storiografia di parte . In quella miscellanea di colloqui con gli altri ufficiali che lo seguirono nell’esilio emergono anche altre verità, come quella relativa alla permanenza francese del Pontefice Pio VII: «Quando il papa era in Francia, gli assegnai un palazzo magnifico a Fontainebleau, e 100.000 corone al mese; avevo messo a sua disposizione 15 vetture per lui e per i cardinali, anche se non uscì mai. Il papa era esausto per le calunnie in base alle quali si pretendeva che io lo avessi maltrattato, calunnie che il papa smentì pubblicamente». Dalle coordinate informative emerse nel corso della giornata di studi organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e Napoleone”, si rileva una nuova geografia attestante tale figura storica rivolta non solo alle vittoriose strategie militari, al rinnovamento della pubblica amministrazione ma anche quella di un uomo interessato ai diversi quesiti religiosi e nel contempo profondamente coinvolto nella ricerca della fede.