La convention riservata agli amanti ed appassionati del tatuaggio, nonché ai professionisti del settore inizia a Palazzo S. Giacomo, sede del municipio di Napoli, con gli organizzatori della Napoli Tattoo Convention Giuseppe Zazzera e Costantino Sasso. Presenti inoltre l’assessore alle politiche giovanili, creatività, innovazione del comune di Napoli Alessandra Clemente, i quali hanno illustrato non solo lo svolgersi cronologico della convention, ma anche degli eventi complementari alla convention stessa.
Nonostante l’organizzazione sia stata di buon livello, non tutto è andato sempre bene, per prima cosa c’è stato uno spostamento di date della convention, di un giorno, per cui le date reali sono state 23 24 25 Maggio, nulla di eclatante, fortunatamente questo spostamento non ha compromesso le buona riuscita della convention.
L’evento si è svolto in alcuni locali della Mostra d’Oltremare, poiché l’altra ala della mostra era impegnata per un altro evento. Sinceramente in molti hanno creduto che un evento di questa portata fosse destinato a locali e aree più ampie, e molti credevano che impegnasse tutti i locali della mostra, invece ci siamo ritrovati in aree di media grandezza.
La prima cosa che un visitatore ha notato, entrando nei locali della fiera è stato l’inconfondibile ronzio delle apparecchiature per eseguire i tatuaggi, sembrava di essere in mezzo ad uno sciame di insetti ronzati, dopodiché, si poteva notare la presenza di altri espositori che con i tatuaggi avevano poco o nulla a che fare, ad esempio c’era lo stand delle caramelle e dolciumi vari, quello con le moto, chi vendeva statue ed altri manufatti artistici, e via discorrendo. Le aree per gli espositori non erano certamente adeguate, erano tutti stipati gli uni accanto agli altri, in spazi angusti e non sufficientemente illuminati e/o areati, in effetti si poteva leggere sul viso degli espositori un certo disappunto.
Altra nota dolente è stata la totale assenza di una sala o area preposta e attrezzata per gli addetti alla stampa. Ogni giornalista, fotografo, cineoperatore infatti si è dovuto arrangiare come poteva in aree di fortuna per sistemare, montare, preparare le proprie apparecchiature, per non parlare inoltre della scarsa collaborazione degli espositori verso gli addetti stampa, infatti molti espositori hanno espresso il loro rifiuto ad essere intervistati ed hanno negato il consenso di fare delle foto alle loro esposizioni. Come è possibile creare e divulgare informazioni quando ci viene negata la possibilità di farlo?
La 12a edizione del Napoli Tattoo Convention si è chiusa lasciando l’amaro in bocca a molte persone, in molti si aspettavano un evento organizzato in maniera differente, in aeree adeguate, adatte alle necessità degli addetti ai tatuaggi e dei visitatori, tuttavia il ronzio costante delle apparecchiature per eseguire i tatuaggi, i colori sgargianti e l’odore di inchiostro non hanno impedito a centinaia di visitatori, provenienti da ogni parte del paese e anche dall’estero di parteciparvi e di tornarsene a casa doloranti, ma felici a causa di un nuovo, bellissimo, disegno inciso sulla pelle da esporre come un trofeo, in ricordo di tre giorni di musica, svago e divertimento.