Milano (Lombardia) 06 maggio 2017

Nella settimana del cibo, lo scrittore si serve al “tegame”

Non più solo “Capitale morale d’Italia”, non più solo “Capitale della moda”: per una settimana, infatti, Milano diventa anche la Capitale del cibo. Sette giorni di fuoco e di fornello con decine di eventi che renderanno la città un ristorante a cielo aperto. Ed è in questa occasione che lo scrittore Niky Marcelli ha deciso di presentare un e-book assolutamente in tema. “Tegame di Scrittore Non Ancora Bollito – Manuale di cucina di padre in figlio” (disponibile su tutte le piattaforme a 2,99 Euro) non è però soltanto una raccolta di ricette originali o – come si dice oggi – “rivisitate”, create e raccolte da Marcelli e da suo padre Augusto, ma un vero e proprio viaggio nella gastronomia italiana e internazionale, alla ricerca di sapori che si credevano in buona parte estinti. Come scrive, per l’appunto, l’autore nell’introduzione: “troverete anche ricette tradizionali o loro più o meno libere reinterpretazioni, sia di cucina regionale, che nazionale, che internazionale. Insomma, una fricassea, un pot-pourri, un – per usare un anglicismo – medley (o, ancor più appropriatamente, un melting pot) di piatti inventati di sana pianta, rielaborati da ricette tradizionali, o imparati-copiati in giro per l’Italia e per il mondo.Tornando dalle parti della Toscana, quindi, se questo libro fosse cibo, potrebbe essere idealmente un caciucco o una ribollita”.
“L’idea di scriverlo mi girava in testa da parecchio tempo”, racconta Niky Marcelli, “perché mi sono sempre dilettato tra i fornelli – passione trasmessami da mio padre che, secondo le leggende, perse l’occasione di scrivere una sceneggiatura per un grandissimo attore italiano, parimenti appassionato di cucina, perché cucinò meglio di lui. Ma non ho alcuna prova certa di questa diceria – e, tempo addietro, avevo cominciato a trasporre su carta quel che mi divertivo a mettere in pentola. Ho quindi approfittato di una “pausa creativa” nel corso della stesura del mio nuovo romanzo, per mettermi a lavorare – si fa per dire – seriamente su questo manuale. Anche perché, altrimenti, non sarei riuscito ad andare avanti con l’altro libro!
Alla fine, riordinando tutti i miei appunti del passato e aggiungendo qualche nuova creazione estemporanea, mi sono ritrovato con un discreto numero di ricette, ma non abbastanza per compilare un libro sufficientemente (è proprio il caso di dirlo!!!) appetibile. E’ accorso in mio soccorso – se mi perdonate il calembour – il mio ormai defunto genitore. Ovvero, mi sono ricordato dove avevo messo il manoscritto in cui aveva raccolto le sue! Ovviamente, tra i libri di cucina, in cucina! Ho riscoperto quindi un tesoro, oltre che un padre, e ho potuto così completare l’opera che, come dice giustamente il sottotitolo, va “di padre in figlio”. E in effetti, questo compendio di arte culinaria, praticamente, avremmo dovuto firmarlo tutti e due, se lui non avesse avuto la malagrazia di lasciare questa terra più di venti anni fa”.