di Eliana Ruggiero
Roma – Brutto colpo per l’economia della Nigeria. Per sei settimane, dall’8 marzo al 19 aprile, l’aeroporto internazionale Nnamdi Azikiwe di Abuja sara’ chiuso per lavori. Lo stop annunciato lo scorso 5 gennaio dal Governo Federale e’ per permettere il rifacimento dell’unica pista dello scalo, inaugurata nell’82, e dichiarata dal ministero dell’Aviazione “fatiscente” e “non sicura” a causa delle numerose buche sul manto che danneggiavano i velivoli in fase di decollo e atterraggio.
La decisione del Governo era stata contestata dal Senato che in una nota aveva espresso “preoccupazione per la chiusura dell’importante e unico aeroporto, strategico” per il Paese, che avrebbe “innescato indicibili disagi a chi viaggia”. Lo stesso Senato si era detto “determinato a esplorare tutte le opzioni possibili per scongiurare la chiusura totale” dello scalo. “E’ giusto riparare la pista – aveva dichiarato Ike Ekweremadu,vicepresidente del Senato – ma non sono d’accordo con la chiusura. Molti Paesi hanno riparato i propri aeroporti senza doverli chiudere”. E il senatore Dino Melaye aveva rincarato la dose sottolineando: lo stop “ci imbarazzera’. Ci interessera’ economicamente, politicamente e socialmente”.
In Nigeria le infrastrutture stradali sono molto carenti e l’aereo resta l’unica opzione per viaggiare anche all’interno del Paese. Le sei settimane di stop rischiano quindi di peggiorare, se non portare al collasso, i rapporti commerciali che la capitale del Paese piu’ popoloso dell’Africa ha con il resto del mondo. Senza contare che la Nigeria e’ in recessione, per la prima volta in piu’ di 20 anni, per il crollo dei prezzi petroliferi, gli attacchi agli oleodotti e la moneta debole. In bilico anche i rapporti commerciali con l’Italia che, secondo i dati del 2009 del ministero dello Sviluppo economico, importa dalla Nigeria il 4% del proprio fabbisogno di greggio.
Resteranno operativi Kano, Lagos e Port Harcourt, quest’ultimo giudicato da un sito di viaggi come “il peggiore al mondo” a causa della sporcizia e della corruzione. Ma l’hub alternativo indicato, durante il periodo di chiusura dello scalo di Abuja, e’ quello di Kaduna, a circa 170 chilometri a nord della capitale. Kaduna pero’ figura sulla lista ‘no-go’ del Foreign Office. La citta’ e’ al centro di violenti scontri etnici e settari e la strada che la collega ad Abuja e’ ritenuta pericolosa per i casi di rapimenti degli automobilisti in transito. Il governo nigeriano ha assicurato una maggiore presenza della polizia militare e federale dentro e intorno allo scalo, cosi’ come lungo i corridoi ferroviari e stradali ma tutto questo non ha rassicurato le compagnie aeree.
Non solo. Nonostante le dichiarazioni del ministro per l’Aviazione Hadi Sirika riguardo alla volonta’ di rafforzare – con circa 3 milioni di dollari – lo scalo di Kaduna, per le compagnie diventa difficoltoso e oneroso ricollocare tutte le attivita’. Anche la direttrice dell’aeroporto di Kaduna, Amina Ozi Salami, ha assicurato che l’hub e’ al “100% migliore” rispetto ad Abuja, ma Kaduna, dove nello scorso mese di dicembre sono atterrati solo 12 voli, secondo gli esperti, difficilmente potrebbe rappresentare una valida alternativa. In particolare l’analista Gillian Parker del Control Risks ha precisato che “nel suo stato attuale, l’aeroporto di Kaduna, e’ poco attrezzato, funziona senza servizi automatizzati e probabilmente fatichera’ a far fronte all’aumento del traffico”.
Non entusiasma anche l’alternativa Lagos, citta’ costiera, distante da Abuja oltre 700 chilometri, che costringerebbe i passeggeri a raggiungere la capitale dopo un ulteriore viaggio di 10 ore in auto.
Molte le compagnie aeree internazionali, tra cui British Airways, Air France, Egyptair, Lufthansa, South African Airways, Turkish Airlines, Klm, che hanno cancellato tutti i quotidiani voli per la Nigeria. Il rifacimento della pista di Abuja costera’ circa 18,4 milioni di dollari ma sara’ enorme e non di facile valutazione la perdita per chi opera direttamente o indirettamente con lo scalo. Secondo Tony Ejinkeonye, presidente della Camera di Commercio di Abuja il settore sara’ “altamente colpito”.
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Fonte: www.agi.it/