PALERMO – IL CASO MATTIOLO
L’AVVOCATO AZZECCAGARBUGLI
a cura di Francesco Gangemi
30 marzo 2016
La mia esperienza mi suggerisce che non tutti gli avvocati siano uguali. L’ho riferito tante volte alle Forze di Polizia e Magistratura. Ancora una volta mi sono imbattuto in un avvocato dal comportamento indefinibile, direi assurdo, folle, tant’è che vincerebbe il premio oscar della volgare recitazione. In uno dei primi incontri, mi riferisce che la mia situazione è devastante a tal punto che la magistratura palermitana avrebbe dovuto subito intervenire per bloccare ciò che già’ bolliva in
pentola e così evitare uno scandalo superiore a MAFIA CAPITALE. E ancora. Mi chiede d’essere più aperto poiché stava per essere il mio legale, e confermargli se io facessi parte dei SERVIZI SEGRETI ITALIANI. La solita storiella dai contorni indefinibili. Smentisco per l’ennesima volta, e non convinto in modo spocchioso mi dice d’avere degli ottimi agganci, e mia presenza simula una telefonata componendo un numero di Roma per verificare la mia vera identità. Rimango esterrefatto, e giacché avevo bisogno di un legale per stimolare la Magistratura a intervenire a che su alcuni appartenenti alla Polizia di Stato che cercano in ogni modo a raggirarmi come se fossi un criminale. La verità è che cercano di coprire gli amici. Fatto sta che firmo la delega all’avvocato e un’altra a un suo parente, poiché, a loro dire, l’impatto con i BASILE e la magistratura è molto forte. Dopo avergli consegnato i giornali che trattano la mia vicenda e la documentazione attesntante il falso dichiarato da chi al posto di fare osservare le leggi fa tutt’altro, il mitico avvocato mi fa delle proposte del tutto sconcertanti. Mi chiede continuamente di RIFERIRGLI chi mi abbia “INGAGGIATO”, chi sono i miei contatti a Roma al AISI (SERVIZI SEGRETI), e che la mia copertura è ormai bruciata. Tant’è che presto sarebbe di dominio pubblico chi sono. Interrogandosi a voce alta, l’avvocato mi comunica che solo io e chi mi ha “ARRUOLATO”, è in grado di conoscere la verità. Il legale, non smette di parlare di ciò che avrei scoperto, e se fossi a conoscenza di altre notizie importanti in modo che lui potesse infliggere il colpo finale ai BASILE, e, a quanti sviano e sminuiscono la mia vicenda che coinvolge tante persone preposte a far osservare e amministrare la legge. Considero che la mia situazione è ormai divenuta altamente pericolosa, e quindi riferisco all’avvocato d’essere a conoscenza di un fatto, provato e comprovato, che consentirebbe alla legge di mandare in galera la famiglia BASILE e chi la protegge. Una notizia altamente SCOTTANTE, DEVASTANTE CHE METTEREBBE A RISCHIO ANCHE LA VITA. “Dimmi”, mi dice l’avvocato, “devo sapere, sono il tuo legale, capisco che non mi vuoi dire perché fai parte dello Stato anche se prima o poi dovrai dirmelo”. Senza entrare troppo nei particolari , riferisco all’avvocato la notizia, facendolo rimanere allibito. Lui mi chiese se c’è prova, rispondo di si, confermandogli che di alcune operazioni di Polizia fatte nel 2015, ne ero a conoscenza quasi un anno prima e ne ho avuto la conferma attraverso i giornali. L’avvocato, mi chiede subito se sono in possesso di cd, e in caso affermativo di portarglieli subito poiché avrebbe fatta un grande figura e, finalmente, si sarebbe guadagnato quel posto tanto ambito. Non solo. Lui aggiunge che io non avrei avuto bisogno più di protezione anche per la la mia, a suo dire, copertura da parte dell’ INTELLIGENCE. Stesso copione che ormai mi perseguita da anni. Sempre lui, mi riferisce anche che avrebbe avvisato un magistrato di spessore, il dottor Nino DI MATTEO, che già’ conosce la mia storia, e raccontargli subito quanto avevo detto per farmi convocare. Gli faccio presente che più volte ho cercato di dare la notizia, ma gli organi preposti non mi hanno consentito di parlare e per questo avevo presentato denunce specifiche alla Procura palermitana, al CSM, e altra Procure, per essere sentito in modo da avere garanzie visto l’entità del fatto. Dopo una settimana, l’avvocato mi contatta dandomi appuntamento in una villetta di Palermo. Arrivo sul posto e mi chiede se ho portato i supporti. Alla mia risposta negativa, lui insiste e mi ripropone delle cose assurde. Dopo vari tentativi da parte dell’avvocato, faccio un passo indietro e lui chiude l’incontro informandomi che domani avrebbe incontrato il dottor Di Matteo. Ultimo incontro a distanza di una settimana. Chiedo all’avvocato se ha incontrato il dottor Nino Di Matteo. La risposta non si fa attendere: lui mi dice che la notizia potevo tenerla per me, poiché al momento i magistrati sono interessati non agli antipasti bensì ai primi piatti dell’alta criminalità (MAFIA) e quindi sarebbe igienico, per il momento, d’avere incontri col PM senza paura e, quindi, mollare i BASILE, capi della corruzione e di far passare del tempo. Come se non bastasse lui aggiunge CHE NON AVREI MAI POTUTO AVERE ALTRI AVVOCATI PERCHE’ NESSUNO M’AVREBBE ASSISTITO A CASUA DELLA MIA PARTICOLARE SITUAZIONE E, CHE LUI e’ L’UNICO AL MONDO DI POTERMI DIFENDERE. E QUINDI DI MANTENERE CON LUI I RAPPORTI BEN SALDI. L’avvocato, mi ripropone ancora dei lavori per lui. Mi rifiuto categoricamente e lo esorto a non farmi in futuro proposte del genere. Così è finito il rapporto con questo scienziato.
Gioacchino Mattiolo