“Non trattare i risposati come scomunicati, non aggiungiamo altri pesi ai figli dei divorziati”.
Ancora una volta papa Francesco sorprende, facendo, per la prima volta, una considerazione molto importante sui separati e divorziati: riflettere su chi ha subito la separazione rispetto a chi l’ha provocata.
“Le persone che hanno cominciato una nuova unione dopo lo scacco del loro matrimonio sacramentale non sono assolutamente scomunicate, e non devono assolutamente essere trattate come tali: fanno sempre parte della Chiesa”. Lo ha detto il Papa nella prima udienza generale dopo la pausa estiva. “Riprendiamo la nostra attenzione sulla famiglia – ha detto davanti ad oltre 7mila persone e parlando delle famiglie ferite dalla incomprensione tra i coniugi – come prenderci cura di coloro che in seguito all’irreversibile fallimento del loro legame familiare hanno intrapreso una nuova unione. La Chiesa sa bene – ha continuato papa Francesco – che tale situazione contraddice il sacramento cristiano, tuttavia il suo sguardo di maestra attinge sempre a un cuore di madre, cerca sempre il bene e la salvezza delle persone. Ecco perché – ha rimarcato papa Bergoglio – per amore della verità la Chiesa sente il bisogno di ben discernere le situazioni, come spiega Giovanni Paolo II nella ‘Familiaris consortio’, tra chi ha subito la separazione rispetto a chi l’ha provocata, si vuole fare questo discernimento.
Come potremmo raccomandare a questi genitori – si è chiesto il Papa a proposito delle coppie che hanno fallito il matrimonio sacramentale – di fare di tutto per educare i figli alla fede cristiana, con esempio di fede convinta e praticata, se li tenessimo lontano dalla vita della comunità, come se fossero scomunicati? Facciamo in modo – ha esortato – di non aggiungere altri pesi oltre quelli che i figli già in questa situazione si trovano a dover portare, purtroppo il numero di questi bambini e ragazzi è davvero grande, è importante, che sentano la chiesa come madre attenta a tutti sempre disposta a incontro e ascolto. Se poi – ha continuato papa Francesco – guardiamo questi nuovi legami con gli occhi dei figli piccoli, e i piccoli guardano, vediamo ancora di più l’urgenza di sviluppare nelle nostre comunità una accoglienza reale verso le persone che vivono tali situazioni, per questo è importante che lo stile della comunità, il suo linguaggio, i suoi atteggiamenti, siano sempre attenti alle persone, a partire dai piccoli: loro sono quelli che soffrono di più queste situazioni. Esorto a non aggiungere altri pesi ai figli dei risposati che purtroppo il numero di questi bambini e ragazzi è davvero grande, è importante, – ha ben rimarcato il Pontefice – che sentano la chiesa come madre attenta a tutti sempre disposta a incontro e ascolto. In questi decenni la Chiesa non è stata insensibile, e grazie all’approfondimento dei pastori, guidato e confermato dai miei predecessori, è molto cresciuta la consapevolezza che è necessaria nuova attenzione a queste situazioni. Papa Francesco ha quindi raccomandato una Chiesa “dalle porte aperte”, in cui ci sia “posto per ciascuno” e ha ricordato che “tutti i cristiani sono chiamati a imitare il buon pastore, soprattutto collaborare con lui, prendendosi cura delle famiglie ferite, accompagnandoli nella vita di fede della comunità. Ciascuno – ha esortato – faccia la sua parte assumendo l’atteggiamento del buon pastore che conosce ciascuna delle sue pecore e nessuna esclude dal suo amore.
In questi decenni – ha constatato il Pontefice – la Chiesa non è stata insensibile, e grazie all’approfondimento dei pastori, guidato e confermato dai miei predecessori, è molto cresciuta la consapevolezza che è necessaria nuova attenzione a queste situazioni”. Papa Francesco ha quindi raccomandato una Chiesa “dalle porte aperte”, in cui ci sia “posto per ciascuno” e ha ricordato che “tutti i cristiani sono chiamati a imitare il buon pastore, soprattutto collaborare con lui, prendendosi cura delle famiglie ferite, accompagnandoli nella vita di fede della comunità. Ciascuno – ha esortato – faccia la sua parte assumendo l’atteggiamento del buon pastore che conosce ciascuna delle sue pecore e nessuna esclude dal suo amore”.
giorgio mancini
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Papa Francesco: “Non trattare i risposati come scomunicati”
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