Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 02 aprile 2017

Perché TLT: Giurastante a Sveglia Trieste domenica scorsa

Avrebbe meritato una giusta e migliore eco sui media locali la partecipazione, la scorsa domenica 26 marzo, di Roberto Giurastante, presidente di Trieste Libera, alla trasmissione su Telequattro “Sveglia Trieste”. Nel corso del suo intervento, durato oltre un’ora e mezza, Giurastante ha spiegato ai telespettatori, in maniera chiara e precisa, la posizione del suo Movimento e le azioni intraprese per la difesa del Porto Franco Nord, che secondo Trieste Libera è un settore strategico del Porto Franco Internazionale di Trieste, e la cui riattivazione potrebbe garantire in modo determinante lavoro e benessere economico alla città ed al suo hinterland.
Nel corso della trasmissione, Giurastante, rispondendo alle domande di cittadini di Trieste che intervenivano telefonicamente, ha illustrato con correttezza di argomentazioni lo status attuale del Territorio Libero, la sua consistenza territoriale, soffermandosi anche sul suo sistema fiscale e, rispondendo ad una precisa domanda, sugli obblighi della Repubblica Italiana in materia di pensioni.
Ampio spazio è stato, poi, dato ad un approfondimento sul pesante problema dell’inquinamento ambientale a Trieste e del Carso triestino. Particolarmente grave quello dell’Altipiano carsico dove nel tempo le autorità amministratrici italiane – dice Giurastante – hanno permesso che vi fossero realizzate discariche e che centinaia di grotte venissero inquinate da smaltimenti illegali di rifiuti tossici. Un inquinamento pressoché generalizzato nel territorio, da tempo denunciato da Giurastante e riportato di grande attualità in queste settimane, con una nuova edizione del suo libro-inchiesta “Tracce di Legalità – Come le mafie e le corruzioni italiane inquinano il Territorio Libero di Trieste”, edito da Cavinato Editore International.
Ad una precisa domanda del conduttore, Giurastante ha avuto modo in particolare di chiarire una annosa questione, che ancora oggi è fonte di dissapori e di misunderstanding in certi ambiti dell’indipendentismo triestino, quella della ex Zona B del Territorio Libero. La questione – ha detto – non si pone più già dal 1992. Essa è venuta a cessare col riconoscimento da parte dell’Onu delle Repubbliche di Slovenia e Croazia a seguito della dissoluzione della ex Jugoslavia. L’amministrazione della Zona B del Territorio Libero, affidata al governo jugoslavo (non allo Stato jugoslavo: una differenza sostanziale), dopo la dissoluzione non è stata più affidata ad alcun governo, ma le Nazioni Unite e gli Stati membri hanno invece riconosciuto a Slovenia e Croazia la sovranità su quei territori. La conversione in sovranità è avvenuta con il consenso della popolazione locale chiamata a decidere con un referendum l’adesione ai due rispettivi Stati. Ed in questo – ha sottolineato Giurastante – sta la differenza con la Zona A del Territorio, tuttora affidata in amministrazione al governo italiano, ed è, dunque, una situazione che oggi non si può più andare a modificare.
Quando nel dopoguerra si è andata affrontando la questione di Trieste – ha continuato il presidente di Trieste Libera – il motivo fondamentale, per cui il Territorio Libero è stato costituito, era che esso doveva servire a garantire l’esistenza del porto franco di Trieste; in particolare la Zona B era necessaria per assicurare l’accesso alle acque territoriali e per questo fu aggregata al territorio. Quando i problemi del dopoguerra e quelli derivanti dalla guerra fredda sono venuti meno, la questione della ex Zona B è diventata secondaria. Ciò che risultava rilevante ai fini del Territorio Libero – ha evidenziato Giurastante – era il porto franco internazionale di Trieste che doveva essere garantito e che è stato garantito: l’attuale Territorio Libero, la vecchia Zona A, sussiste perché esiste il porto franco internazionale. Come è stato fatto per Slovenia e Croazia col riconoscimento internazionale della piena sovranità sui rispettivi territori della ex Zona B, non era possibile riconoscere all’epoca parimenti la sovranità italiana sulla Zona A, perché questo – ha spiegato – avrebbe significato andare ad eliminare il porto franco internazionale di Trieste, la cui esistenza è garantita da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il presidente di Trieste Libera, citando studi e analisi che il Movimento sta affinando, ha ricordato infine come, in particolare, gli Stati Uniti si siano fatti garanti in più occasioni dello status del porto franco internazionale e, quindi, del mancato riconoscimento all’Italia della piena sovranità su Trieste.