Brione (Trentino-Alto Adige) 05 marzo 2017

Precipita elicottero del 118 «Un botto, poi neve: non respiravo» Rossi: «Rischiate per noi: grazie!»

L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un’inchiesta. Il video dell’arrivo a Trento del pilota dell’elicottero caduto. Si tratta dell’Agusta Westland AW139 I-TNCC ( c/n 31369) appartenente al Corpp dei Vigili del Fuoco di Trento

AGGIORNAMENTO: «UN BOTTO, POI LA NEVE: NON RESPIRAVO»

«Ho udito un botto e in un attimo mi sono trovato immerso nella neve smossa dalla valanga. Non potevo respirare e in quei momenti mi è passata davanti agli occhi l’intera vita. Sono stato davvero fortunato, ora posso accendere un cero. I miei compagni sono stati eccezionali». Andrea Gueresi è il verricellista che si trovava a bordo dell’elicottero della protezione civile precipitato nella zona di Nambino. I medici che lo hanno in cura hanno optato per il ricovero nel reparto di Ortopedia dell’ospedale Valli del Noce a Cles, dove ha trascorso la notte.

«Mi sento un miracolato» commenta l’uomo con lo sguardo stanco di chi ha trascorso una giornata che difficilmente riuscirà a dimenticare. Non ha riportato fratture, ma numerose sono le contusioni alla schiena e agli arti. «Stavo completando la manovra, quando improvvisamente il mezzo è precipitato» racconta dal letto di ospedale. Una manovra ripetuta decine, centinaia di volte. Il suo compito è quello di calare i soccorritori sul luogo di un’emergenza. E così ha fatto anche ieri: «Mi stavo accertando che la guida cinofila con il cane arrivasse a terra in sicurezza per avviare le ricerche di due persone finite sotto una valanga. Ero affacciato al portellone e assicurato con un imbrago per non essere risucchiato nel vuoto. Non so dire precisamente cosa sia accaduto, ma di certo l’elicottero non era in movimento proprio perché era in corso questa operazione».

Improvvisamente, il velivolo che operava a circa 20 metri d’altezza rispetto suolo è precipitato, toccando terra su un fianco. L’impatto è avvenuto proprio sul lato dal quale stava operando il tecnico di volo. Così, d’un tratto Gueresi si è trovato immerso nell’ammasso bianco portato dalla valanga. «Ero immobilizzato dall’imbrago, che non mi consentiva di liberarmi. Facevo fatica a respirare e, pur provandoci, non riuscivo a sollevare il capo dalla neve». In quel momento i pensieri che si affollano nella mente sono i più angoscianti. «Sono rimasto intrappolato per un tempo che a me è sembrato infinito. In realtà si trattava probabilmente di due, forse tre minuti, ma interminabili. Il panico sembrava avere la meglio, quando finalmente ho sentito le voci dei miei colleghi e amici.

Ho cominciato a sperare e ho capito che di lì sarei uscito vivo». Dalla cabina è accorso il pilota di volo, che assieme agli altri membri dell’equipaggio è riuscito ad estrarre l’uomo infilato sotto il fianco dell’elicottero. «Hanno creato un varco per raggiungermi. Sapevano che ero legato e quindi conoscevano il posto dove concentrare la loro ricerca» continua il verricellista, che con un sorriso appena percettibile aggiunge: «L’operazione è andata interamente a buon fine, perché anche i dispersi che ci avevano portato in quel luogo sono stati ritrovati e portati in salvo».
Guerresi respira intensamente e sposta lo sguardo verso il braccio sinistro, vistosamente fasciato: «I medici hanno steccato la mano, ma pare che non ci siano fratture. Insomma, la fortuna mi è stata compagna».

Quando ci congediamo, l’attenzione dell’uomo viene attira dal cellulare, sul quale ha ricevuto innumerevoli messaggi di vicinanza e di auguri. L’auspicio è che possa tornare presto a bordo degli elicotteri gialli che solcano i cieli del Trentino per soccorrere chi è nel bisogno e salvare delle vite.
Fonte: www.ladige.it