Sabato, 1 Marzo 2014 alle ore 16 nel Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli si è svolta la cerimonia di consegna al Maestro Riccardo Muti del “Premio San Pietro a Majella”.
Il Mestro ha visitato in compagnia del direttore Elsa Evangelista, del commissario Achille Mottola, e del bibliotecario Francesco Melisi, le antiche sale dove da ragazzo tra il 1957 e il 1962 ha studiato pianoforte, e durante la visita non riesce a nascondere la sua indignazione per come la cultura in Italia viene “calpestata e dimenticata” – “Da qualche anno dirigo la Chicago Symphony Orchestra. Ebbene, se in America esistesse un luogo in cui fosse custodito un decimo dei tesori che sono custoditi a San Pietro a Majella, quel luogo riceverebbe il massimo delle attenzioni. Tutti ne avrebbero il massimo rispetto, tutto il mondo ne sarebbe a conoscenza”. E invece, qui da noi? “Tutto va nel solito modo, all’Italiana. Ma il nostro governo sa che questo è uno dei luoghi più importanti del mondo? E se lo sa, come intende comportarsi? È un luogo sacro, il più sacro dei conservatori Italiani”.
Il posto più importante dove il Muti si è fermato più del normale è stato la sala nella quale si trova il pianoforte su cui ha studiato da ragazzo. Commosso, si siede e comincia a suonarlo, senza nascondere il disappunto per le condizioni nelle quali lo strumento si trova.
Ultima sosta prima di entrare nella Sala Scarlatti per ricevere il Premio è stato l’ex foyer della Sala Scarlatti che è stato a lui intitolato “Sala Riccardo Muti”, dove è allestita la mostra “Verdi e Napoli”.
Il Maestro accolto da interminabili applausi, sul palco della Sala Scarlatti dove nel 1962 diresse il suo primo concerto, ha detto «Tutto è cominciato qui». Durante la cerimonia del premio si sono esibiti alcuni alunni del Conservatorio tra cui il pianista tredicenne Marco Stallone.