Continuano gli appuntamenti a cura del Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria sul tema “Il centenario della grande guerra” programma quadriennale (2014-2018) relativo al centenario della prima guerra mondiale, i cui contenuti per data ed argomento sono consultabili in scrittura ed in video sul portale del sodalizio culturale reggino al seguente indirizzo telematico: http://www.circoloculturalelagora.it/centenario1stwar.htm.
Il filo conduttore della nuova proposta culturale organizzata dal sodalizio culturale reggino si è basato su due appuntamenti che hanno avuto luogo presso presso la Biblioteca Comunale “De Nava” di Reggio Calabria.
Il primo ha riguardato la mostra documentale, dedicata alle legioni cecoslovacche in Italia (1915-1918), strutturata su diverse foto d’epoca ritraenti diversi aspetti della prima guerra mondiale (campi di prigionia, azioni militari, formazione dei volontari cecoslovacchi).
Lo stesso è stato inaugurato il 10 maggio (visitabile sino al 9 di giugno) presso la sala “Spanò Bolani” della Biblioteca Comunale “De Nava” e tale esposizione è stata curata dall’Ambasciata della Repubblica Ceca che ha concesso l’Alto Patronato anche per la presentazione del saggio storico “Il Patto di Roma e la legione ceco-slovacca”, a cura del prof. Francesco Leoncini, che si è svolto nella location della villetta della Biblioteca “De Nava”.
Oggetto d’analisi della conversazione culturale è stato il tema relativo ai prigionieri austro-ungarici nell’area dello Stretto a cura di Gianni Aiello (presidente del Circolo Culturale “L’Agorà” e di Giuseppe Mazzaglia (presidente Comitato “La grande guerra in Sicilia 1915-18”).
Nel corso dell’incontro sono state indicate le geografie dei luoghi di detenzione nell’area isolana che ebbe ad ospitare circa 10.000 unità tra ufficiali e militari di truppa ma anche le varie location che hanno riguardato la Calabria e l’utilizzo dei prigionieri come stabilito dall’art. 6 della Convenzione dell’Aia del 1907 e per quanto previsto dal decreto legislativo n. 1028, pubblicato sulla G. U. del Regno d’Italia di domenica 6 agosto 1916, intitolato: «Norme per i prigionieri di guerra», i prigionieri di guerra potevano essere impiegati in opere di rimboschimento, idrauliche e forestali.
In Sicilia, la gran parte dei prigionieri presenti verrà censita come ungherese, in realtà tra gli ungheresi vi erano tantissimi slovacchi, in quanto la Slovacchia sino al 1918 faceva parte del Regno d’Ungheria.
Tale carrellata informativa è stata possibile grazie ai vari documenti ritrovati dai due relatori ritrovati, dopo accurate ricerche in diversi archivi che vanno così ad ad arricchire questo spaccato storico del novecento europeo anche nel territorio dello Stretto.
Gianni Aiello ha evidenziato, anche grazie al supporto delle immagini che tali “testimonianze” non si riferiscono soltanto ai documenti cartacei ma anche ad altre certificazioni e/o reperti come incisioni marmoree, opere murarie, esempi di archeologia industriale consistenti nella ubicazione nel territorio della nostra Regione di cannoni di produzione austro-ungarica, di diverse tipologie.
Prigionia nell’area dello Stretto
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