Le estrazioni petrolifere in mare interessano il fazzoletto del mar Jonio, dalla Puglia, Basilicata, fino in Calabria. Il Ministero dell’Ambiente ha deciso di effettuare, tramite la tecnica dell’air gun, le ricerche nel sottosuolo marino per la presenza di petrolio e gas.
L’impatto sulla fauna marittima è enorme, provocando l’allontanamento dei pesci, danni all’ecosistema e alla pesca.
Le navi interessate alla ricerca nel sottosuolo marino sono la Global Petroleum Limited e la Schlumberger , provocando danneggiamenti economici ai pescatori della fascia ionica che, riunitosi da Cariati a Soverato nella città di Crotone, hanno incontrato il comandante della Capitaneria di porto di Crotone, disponibile ad ascoltare le istanze dei pescatori.
“Non possiamo lavorare – ha detto il pescatore Geppino Malena, di Cirò Marina – , ci sarà una moria di pesci, il danno non si quantifica solo oggi, ma è quantificato da tre o quattro mesi. Vi è un affievolimento di pesca, non solo da oggi. Questa ricerca ha contribuito al danno ecologico. C’è gente che vive con il mare e combatte con il mare. Per i pescatori è uno schiaffo alla povertà. Nessuna tutela per i pescatori”
Questo tipo di ricerca sul sottosuolo marino si basa sull’aria compressa sparata da un cannone, causando danni all’ecosistema.