Bari (Puglia) 06 aprile 2017

Putignano: Convegno del Rotary sulle vie Francigene del Sud

Reportage di Pietro Gonnella**************************
LE VIE FRANCIGENE DEL SUD E LA GROTTA DI SAN MICHELE IN MONTE LAURETO.
Se la Via Francigena collegava Canterbury a Roma, secondo alcuni studiosi c’erano poi varie “vie francigene” che da Roma si dirigevano verso la Puglia, verso i porti di Brindisi e di altri centri, percorse da tanti pellegrini, che di li si imbarcavano poi per la terra santa. Un ramo principale passava sicuramente da Trani; ma una delle tante deviazioni pare passasse per Putignano, più precisamente per Monte Laureto, dove si trovava e si trova una affascinante e misteriosa grotta, la Grotta di San Michele: ivi i pellegrini che venivano da sud, ma anche quelli che venivano da nord e che deviavano appositamente dalla via retta costiera, si recavano a pregare perché il resto del viaggio verso Gerusalemme andasse tutto bene ed anche per riposare un giorno, prima di dirigersi verso Egnatia ed immettersi sul ramo principale della via francigena che arrivava a Brindisi e, secondo alcuni, persino a Leuca. Proprio in tale splendida e superba Grotta di San Michele in Monte Laureto è avvenuto giovedi scorso 6 aprile un convegno dal titolo “Vie francigene del sud: la Grotta di San Michele, Trani e gli altri imbarchi verso la terra santa”. Dal presidente dott. Vito Fanelli è stato chiamato a relazionare il dott. Federico Massimo Ceschin, segretario generale de “I Cammini d’Europa” e già vicepresidente della “Associazione Europea delle Vie Francigene”. L’incontro è avvenuto in collaborazione con il Rotary Club di Trani. Se il sindaco Domenico Giannandrea ha promesso ogni azione che porti la città di Putignano e soprattutto la Grotta di San Michele in Monte Laureto ad essere siti attivi su di un ramo delle vie francigene del sud, il presidente dott. Fanelli, del Rotary club di Putignano, il presidente prof. Nunzio De Vanna di Trani; quello di Manduria dr. Pietro Di Noi e soprattutto il governatore del Distretto Puglia e Basilicata, prof. Luca Gallo e quello incoming arch. Gianni Lanzilotti, hanno chiarito il ruolo del Rotary in questa vicenda, tutto impegnato a suggerire alle varie amministrazioni le azioni giuste per valorizzare il proprio territorio anche investendo nella mobilità lenta e nel turismo religioso.
Isa Nardelli, definita dal preside Pietro Gonnella, che ha introdotto e moderato il convegno, una “leonessa” che lotta senza risparmio per la valorizzazione della Grotta di San Michele con un apposito comitato presieduto da suo marito Antonio Casulli, ha brevemente illustrato ai numerosi convenuti da ogni parte della Puglia, la storia passata e recente e le meraviglie artistiche della Grotta, molto apprezzate di recente persino dall’”ultracritico” Vittorio Sgarbi. E’ stato anche ricordato come l’altare principale, decorato con un affresco del XV secolo che rappresenta scene della crocefissione, sia stato alcuni anni fa fatto restaurare proprio dal Rotary. Gli ospiti non hanno mai smesso di ammirare la scenografica scalinata che conduce alla grotta, la statua della Vergine con bambino attribuita alla bottega di Stefano da Putignano, le due edicole ai lati dell’altare, una statua di San Michele Arcangelo ed un affresco della Madonna con il bambino del celebre scultore Stefano da Putignano. Ma tutta la chiesa rupestre, in un ambiente scavato nella roccia dall’acqua che ancora trasuda e continua la sua opera di erosione attraverso lo stillicidio, che Isa Nardelli ha voluto far sentire in sottofondo, ha chiaramente giustificato la convergenza, in passato, di tanti pellegrini provenienti da ogni dove, per raccogliersi qui in preghiera e riposarsi, prima di riprendere il cammino verso la Terrasanta. Giuseppe Cosacco, definito anch’egli dal preside Gonnella un “leone” che da anni lotta per sensibilizzare l’amministrazione comunale sul “progetto francigeno”, ha illustrato tutte le azioni dalla Pro Loco da lui diretta messe in atto, sia a livello locale che regionale, per far riconoscere “l’insistenza”della Grotta di San Michele in Monte Laureto su di un ramo delle antiche vie francigene di Puglia; non tanto e non soltanto per averci profondamente creduto, ma soprattutto per la sua attuazione, tutt’altro che scontata. Qualora non fosse ancora chiara l’opportunità che si presenta ai nostri territori ed a Putignano dalla “organizzazione” di un cammino, ci ha pensato il dott. Federico Massimo Ceschin a richiamarci ad una imperdibile potenzialità turistica. Un passo dopo l’altro, zaino in spalla, cartina in mano, lo sguardo rivolto alle tante meraviglie del paesaggio: nei “cammini”, la mobilità lenta integra cultura e turismo sostenibile; il presente incontra il passato, ripercorrendo le antiche vie della fede, i percorsi della devozione lungo i sentieri di un’Italia minore, interna, bellissima. Come il cammino di Santiago di Campostela, che ha visto di recente anche la partecipazione di alcuni putignanesi. Il Consiglio d’Europa negli scorsi anni ha fatto la sua parte, promuovendo ed approvando una serie di determinazioni (con finanziamento), riconoscendo ben trentadue cammini europei. Anche il Ministero dei beni culturali, grazie al lavoro di Dario Franceschini, ha riconosciuto l’importanza storica e turistica dei cammini italiani, proclamando il 2016 come “anno dei cammini” e disponendo una somma di venti milioni di euro per la realizzazione delle vie francigene, su un percorso che si sviluppa dalla Valle d’Aosta alla Puglia. Anche la Regione Puglia, per la quale ha molto collaborato lo stesso Ceschin fino a qualche mese fa, con deliberazione del 2013, ha approvato un percorso ufficiale pugliese, parte di quei duemilasettecento chilometri che si sviluppano dal Kent a Leuca. L’anno successivo è nato un “Coordinamento delle regioni del sud” e nel 2015 l’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali ha inviato il dossier candidatura al Consiglio d’Europa, che lo ha approvato. Tocca ora ai territori – ha chiarito Ceschin – “lavorare”. E concordare. Concordare quali sono i percorsi prioritari per i quali iniziare la infrastrutturazione, la messa in sicurezza e la segnaletica, l’individuazione di masserie, casolari, grotte e siti culturali come aree di sosta dei viandanti. I soggetti chiamati ad interagire sono le università pugliesi, le associazioni culturali, le varie “pro loco” e soprattutto le amministrazioni comunali. Così come avvenuto in Toscana, in cui vari soggetti (istituzionali, profit e non-profit), hanno inteso investire seriamente sulle Vie Francigene. Non si è stancato Ceschin di esortare tutti a dar vita a progetti comuni, superando il campanile ed ampliando il raggio degli accordi, magari anche con la vicina Basilicata, dalla quale proviene l’antica Via Appia per raggiungere i porti pugliesi. “Nella consapevolezza che siamo tutti modesta parte di qualcosa di più grande e di più importante, che non si misura con i confini amministrativi o geopolitici”.
Pietro Gonnella