San Gimignano (Toscana) 01 marzo 2015

Quel crocifisso che non ritorna

Il ritorno, in questi giorni, del Crocifisso di Antonio del Pollaiolo, all’interno della basilica di San Lorenzo a Firenze, all’ammirazione dei fedeli e degli amanti dell’arte, dopo circa un anno di restauri, fa porre una domanda per San Gimignano: che fine ha fatto lo splendido Cristo del XIII° secolo, che era all’interno di quello scrigno d’arte che si chiama San Pietro, nella piazza di Sant’Agostino ?
Esistono pochissime notizie ufficiali su questo crocifisso, ormai da anni in mano alla Soprintendenza senese (dal 2006 ndr). Non ci sarebbero neppure, stranamente, foto pubbliche, anche se la restauratrice sangimignanese che ha operato, su commissione della soprintendenza, il restauro, dovrebbe averle scattate. Perché l’opera sacra, nonché artistica di altissimo valore, non viene ricollocata al suo posto, perché questi ritardi?
La Chiesa di San Pietro – i sangimignanesi la chiamano anche di San Piero – è come una enclave autonoma, perché appartiene alla diocesi di Volterra, in provincia di Pisa, così come altre tre chiese nel territorio sangimignanese, provincia senese.
La splendida chiesetta, di fatto quasi sempre chiusa al pubblico, ha, al suo interno, affreschi estremamente interessanti: tra l’altro, la Madonna con Gesù Bambino, grandicello, che passeggiano all’aperto. Dopo il ritorno del Cristo del Pollaiolo a Firenze, non resta che sperare nella ricomparsa anche di quello della Chiesa di San Pietro a San Gimignano, città dell’Unesco.
giorgio mancini
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