Quel cucciolo di istrice strappato a morte certa

«Portatecelo il prima possibile». Dalle Marche a Modena, la strada per salvarsi è stata lunga per un piccolo istrice trovato fuori regione da alcuni ragazzi che sono dovuti arrivare fino al Pettirosso per fornire un adeguato sostegno a questo animaletto.

«E’ arrivato dalla Marche impaurito ed infreddolito: alcuni ragazzi, attirati dalla sua mamma ormai morta sulla strada, lo hanno trovato sotto una pioggia scrosciante – ci racconta Piero Milani, fondatore e responsabile del Centro di recupero fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena – Questi giovani hanno visto il piccolo istrice scappare via al loro arrivo e dopo una breve ricerca lo hanno trovato: si era andato a rifugiare in un tubo per le acque piovane stradali. Dopo numerose telefonate che si sono rivelate vane, i ragazzi ci hanno chiamato e finalmente dall’altro capo del telefono hanno sentito le parole che tanto aspettavano: “portatecelo il prima possibile!».
Dopo i consigli dei volontari per gli accorgimenti da adottare per questo viaggio tutt’altro che breve, i giovani guidano verso Modena con il piccolo istrice a bordo, avvolto in un panno.

«Finalmente li vediamo arrivare – dice Piero – Si tratta di un cucciolo, con tutti i suoi aghi al posto giusto, già abbastanza appuntiti da fare male se non si adottano alcune precauzioni. Ha il cuore in fibrillazione, è spaventato».
Una volta fatta la registrazione all’ingresso e la visita con un veterinario del centro, ci si accorge subito che il piccolo animale ha un problema respiratorio: «Si vede che era stato sotto la pioggia per un tempo abbastanza prolungato – spiega Piero – Cominciamo subito la cura, ma prima gli diamo una buona dose di un latte speciale adatto alle sue esigenze, per aiutarlo a tranquillizzarsi. A seguire lastre, aerosol e qualche puntura, questa volta, se la dovrà prendere lui. È difficile non innamorarsi di certi animali ma è importante che
i volontari non si affezionino e non abituino il piccolo alla presenza dell’uomo perché un domani l’animale dovrà riprendere la via di casa nei suoi boschi. Un volontario del Pettirosso deve sapere fare anche questo». (l.s.)

Fonte:gazzettadimodena.gelocal.it/