San Gimignano (Toscana) 08 dicembre 2014

Quella Lumière un po’ in ombra.

Un bel po’ di delusione per quella che era stata la programmazione della seconda edizione di Lumière 2014 a San Gimignano. Una due giorni, il 6 e 7 dicembre, che benché abbia riscosso, almeno la seconda serata un buon successo di pubblico – visto anche le mitiche condizioni metereologiche senza pioggia – non ha pienamente convinto. Forse anche a causa del confronto, che veniva spontaneo, della Lumière dello scorso anno, che aveva entusiasmato, ma che invece, questa volta è sembrata, a molti, sottotono. L’impegno degli organizzatori è stato evidente, ma forse, “l’intellettualismo” di cui si è voluta ammantare la serata, non è stata apprezzata, o non compresa, molto bene, fino in fondo. Quel “mondo nuovo” che doveva proiettare San Gimignano nel futuro, a sentire i commenti della gente, nelle strade e le piazze, per molti, sarebbe stato un flop. Forse, ma sono i commenti del dopo, potrebbe essere mancata una sapiente regia che avesse saputo amalgamare il tutto. Luci, proiezioni, musiche, forse in certi casi a volume troppo alto, hanno attirato, ma non hanno convinto del tutto, ripensando a quelle “illuminazioni” della prima edizione che avevano coinvolto, spettatori e città, in un unico insieme.
Molta delusione per alcune strade, come in via San Giovanni, dove, quella che doveva essere la Porta dell’Infinito, una successione di mapping sempre diversi, ma che, nelle serate, è diventata una poco illuminata realtà. Non molti, anzi pochi, i negozi e gli esercizi commerciali aperti, mentre piazza del Duomo era il punto dove si concentravano di più i visitatori, come piazza Sant’Agostino che è sembrata la più “partecipata” dai giovani. Una Lùmière, se si ripeteranno le edizioni, da rivedere in modo riflessivo. Chi organizza eventi a San Gimignano, deve conoscere molto bene la città, perché è un luogo interessantissimo, un gioiello da apprezzare e rispettare, dove tutto andrebbe fatto con sapienza e misura, col contagocce. Nella città delle torri, patrimonio del mondo, è tutto più difficile. San Gimignano si potrebbe paragonare a una bellissima donna, che qualsiasi cosa indossa, passa in secondo piano, ma un buon sarto che la vuole in passerella, per fare ammirare il suo abito, deve essere un vero stilista e, in generale, gli happenig si dovrebbero improvvisare, forse, solo dove non c’è storia e cultura atavica.