Trieste (Friuli-Venezia Giulia) 29 giugno 2016

Rigassificatore di Zaule, l’iter del progetto va avanti

Come è noto (su Youreporter.it sono pubblicati diversi articoli in proposito), il 30 maggio 2016 il Ministero dell’ambiente italiano ha approvato definitivamente, determinando l’ottemperanza ad una serie di prescrizioni contenute nel decreto di compatibilità ambientale del luglio 2009, la valutazione e l’autorizzazione ambientali relative al progetto del rigassificatore di Trieste nella zona industriale di Zaule, presentato dalla multinazionale Gas Natural. A seguito della determinazione ministeriale, Alpe Adria Green e Greenaction Transnational hanno organizzato a Ljubljana, in Slovenia, lo scorso 23 giugno una conferenza stampa in cui hanno fatto il punto sull’iter del progetto e indicato la necessità di un intervento immediato avverso al provvedimento, ricorrendo al TAR entro 60 giorni o al Presidente della Repubblica Italiana entro 120 giorni dalla data della pubblicazione dell’atto.
Alla conferenza stampa hanno partecipato media e rappresentanti del governo sloveno e di ambasciate accreditate a Ljubljana. Secondo quanto riporta in una nota Trieste Libera, citando una agenzia di stampa, nel corso dell’incontro la rappresentante del Ministero dell’Ambiente sloveno, Vesna Kolar Planinšič, ha confermato la contrarietà del proprio governo, che continuerà a seguire gli sviluppi del progetto con la massima attenzione. Da annotare, inoltre, sottolinea Trieste Libera, il particolare interesse mostrato dalla rappresentante dell’Ambasciata austriaca.
Nel corso delle relazioni, svolte da Vojko Bernard e Franc Malečkar per Alpe Adria Green, e da Roberto Giurastante per Greenaction Trasnational, è stato sottolineato come dietro la facciata del progetto ci sia l’intenzione evidente, con le pesanti ripercussioni della presenza del rigassificatore sul traffico marittimo, di bloccare lo sviluppo dei porti di Trieste e di Koper (Capodistria) per favorire la concorrenza di altri porti italiani, particolarmente del meridione d’Italia, dove più forte è l’infiltrazione mafiosa. I relatori hanno anche commentato la dichiarazione del ministro italiano dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, cioè che il terminale di rigassificazione di Zaule non è più di importanza strategica, osservando che l’importanza strategica dei progetti si riferisce semplicemente al fatto se sono o meno finanziati da fondi comunitari o di private equity, sottolineando che la dichiarazione di Calenda non avrebbe grande valenza, dunque, nello scoraggiare gli investitori.