Catania (Sicilia) 15 novembre 2010

RITA MARTA MASSARO:UN SONNO DA ELEFANTE (c)STORIA SU CATANIA

Di RITA MARTA MASSARO
UN SONNO DA ELEFANTE…(c) STORIA SU CATANIA INVENTATA A PUNTATE

(Quando un elefante nei sogni incomincia .. a camminare o forse a “volare”)

Mi giro e mi rigiro sul letto , un grande trambusto accompagna il mio sonno …
È sera la luna è alta nel cielo sembra un faro lontano illumina per un istante con luce circolare la piazza centrale di Catania, il Duomo,ed ecco che il riverbero della sua luce accanto ad una lunga e sottile nuvola crea una penombra sul l’elefante come se su di esso discendesse un velo bianco ed il suo obelisco diventa bianco come un cero di sant’Agata ..mi sembra di vedere le palpebre dell’elefante muoversi ed ecco che attraverso la luce della luna il bianco della cornea ed le sue zanne illuminarsi di un bianco speciale ,sembrano fosforescenti ,ma ..che succede l’elefante si muove ..con fare stanco , ma leggero ..muove le zampe ed ecco mettersi in equilibrio e come un fantasma senza peso discende le scale in cui è stato arroccato , sembra deciso a sgranchirsi un po’ è farsi una bella camminata notturna in giro per la città di notte , mentre tutti dormono le strade e i palazzi respirano e la città sembra finalmente “vivere”
Non più soffocata dalla presenza esasperata degli abitanti che l’attraversano incuranti di tutto , dei suoi affanni , della sua bellezza e delle sue ferite …l’elefante cammina e respira e all’unisono tutto respira nella città che dorme persino gli abitanti ognuno nel loro giaciglio pur dormendo , finalmente respirano , sognano …l’elefante per prima cosa discende l’arco e và sotto gli archi della marina ,è tutto nero buio e la luce della luna e la sua stanchezza gli giocano dei brutti scherzi alla vista, ecco lontano la luce di una delle navi ormeggiate al molo del porto ..tutte le finestre delle cabine sono accese facendo ricreare con l’immaginazione i suoi contorni nella memoria dell’elefante ..è tutto nero intorno l’elefante è fermo sul ciglio tra l’arco e l’ingresso , come volesse rimanere a riparo, confonde il respiro della città con il rumore di risacca delle onde del mare ,il cornicione a timpano , bianco un po’ annerito dallo smog posto alla vista dietro gli archi, sembra il disegno a carboncino in un pannello per creare scenograficamente la porta d’ingresso del porto , l’elefante indietreggia ha l’impressione che possa veramente bagnarsi i piedi o forse a paura di valicare la soglia di un palcoscenico …Catania ,il suo ingresso in scena forse parte proprio da lì.
L’elefante non vuole perdersi lo spettacolo e si addentra a destra seguendo le luci dei lampioni accessi e percorre la via Pardo e arriva nello spiazzale rettangolare , in quel grande vascone di pietra lavica che al mattino accoglie come pesci rantolanti i , pescatori , i venditori , la merce e i compratori che vi si agitano dentro come pesci prima di essere congelati anelano a farsi sentire il loro forse ultimo respiro di vita ..ed proprio per questo il più lungo possibile per poi essere scongelati per essere inghiottiti e fagocitati dal tran tran quotidiano della vita cittadina , ma soprattutto dal quel giuoco miserabile della sopravvivenza che non sempre rende felici e liberi è un gran folclore la vista del tutto di tutta quella colorata disperazione che urla …urla che stordisce quasi il viandante , ma stordiscono soprattutto le mura dell’antico palazzo dei Chierici..
che in tanti attraversano o gremiti come in una scatola di sardine messi sotto sale la popolano , ma non lo osservano , forse non lo notano neanche , forse perché storditi o forse perché troppo occupati a restare in vita prima di essere congelati e poi scongelati per essere pappati…ingoiati dalla vera vita…che passa via inosservata … la sera il palazzo respira e l’elefante e qualche nottambulo solitario forse adesso lo potrà vedere ,osservare se vuole, il palazzo vive….l’elefante continua il suo giro e salendo per la via Pardo giunge sulla via Garibaldi …
Continua… (C)Rita Marta Massaro