Napoli (Campania) 08 giugno 2014

Roberto Benigni ed Eugenio Scalfari a Napoli

Roberto Benigni ed Eugenio Scalfari sul palco del Teatro San Carlo di Napoli
Benigni, i corrotti vadano in galera
Scherza su boom premier, in Bulgaria dicono percentuali renziane
Roberto Benigni ed Eugenio Scalfari sul palco del Teatro San Carlo di Napoli durante la manifestazione ‘La Repubblica delle Idee’
“Renzi ha detto vadano a casa, ma devono andare in galera e restituire i soldi”. Lo dice, a Napoli, parlando di corruzione Roberto Benigni. “I corrotti sono deboli e vili, gli ultimi tra gli ultimi”.Roberto Benigni, parlando del successo elettorale di Renzi, poi scherza: “”Se lo è meritato”. In Bulgaria ora parlano di percentuali renziane”. “Renzi ha detto che devono andare a casa, non ha usato un’altra parola. Ma devono andare in galera e restituire ciò che hanno preso”, insiste Benigni durante il suo dialogo con Eugenio Scalfari a Napoli per la ‘Repubblica delle Idee’. “La giustizia rende liberi e io non auguro il carcere nemmeno al peggior malvivente”, sottolinea il premio Oscar. “Ma la corruzione è il gradino più basso. Non sono furbi o intelligenti, perché non è così difficile ingannare il prossimo. Sono volgari e vili”. E poi, parlando del canto della Divina Commedia dedicato a Ulisse: “Ci sono momenti in cui decidiamo cosa essere. I corrotti, quando scelgono di prendere dei soldi, decidono per l’eternità di essere dei ladri”.Dell’exploit del Pd alle europee Benigni parla anzitutto durante la parte più ironica del suo intervento, con la battuta sulle ‘percentuali renziane’ in Bulgaria che strappa applausi alla platea del teatro San Carlo, dove si svolge il dialogo con Eugenio Scalfari nell’ambito della ‘Repubblica delle Idee’. “Quasi il 41% al Pd? Ma non sono arrivati a tanto nemmeno alle loro primarie… in Europa c’è l’ondata di destra e qui vince il Pd, siamo il Paese del miracolo perpetuo”, dice il premio Oscar. Poi Eugenio Scalfari ribadisce la sua opinione a proposito di Renzi (“Non mi piace ma bisognava votarlo”) e definisce “miracoloso” il suo risultato di due settimane fa. Benigni si inserisce quasi sottovoce nel discorso del fondatore di Repubblica, e commenta al microfono con tono serio: “Se lo è meritato”.Quando Napolitano dovesse lasciare il suo incarico, “servirà un nuovo presidente che conosca la Costituzione, l’inno di Mameli e Machiavelli”. Eugenio Scalfari, dialogando con Roberto Benigni per la ‘Repubblica delle Idee’, ricorda di aver già lanciato un anno fa il nome del premio Oscar. “Qualcuno mi chiamò per complimentarsi, ma furono di più quelli che mi tolsero il saluto…”. In un altro passaggio dedicato al boom di Renzi, Scalfari ipotizza che un Benigni candidato premier possa arrivare al 70 per cento dei consensi, “visto come arringa le folle”. Insomma, Quirinale o palazzo Chigi: e l’attore risponde con un sorriso, “tutti e due non si può?”. Il dialogo tra il giornalista e il premio Oscar procede sul filo della politica e della filosofia, intrecciando l’attualità e la Divina Commedia. Benigni insiste per fare un ‘selfie’ con Scalfari, “anzi, uno Scalfie”. I due si rimpallano complimenti sinceri, alternando riflessioni sull’etica e sull’anima a momenti di ironia, fin quando Scalfari arriva a proporre l’attore per il ruolo di… Papa.Due memorie vedono la platea in piedi per altrettante standing ovation: il giornalista ricorda, con commozione, Enrico Berlinguer, l’attore “il mio caro amico Massimo Troisi”.Poi Benigni spiega, e recita, il XXVI canto dell’Inferno, protagonista Ulisse. E l’incontro si chiude tra gli applausi del pubblico che gremisce il San Carlo.