Servizio di Ignazio Russo
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Con una grande e qualificata presenza di pubblico si è svolta, presso l’Auditorium Alessandro Amarelli di Rossano, la presentazione di “La tomba di Erodoto”, l’ultimo libro di Domenico Marino, giornalista, scrittore, redattore di Gazzetta del Sud e collaboratore di Avvenire. Il volume è pubblicato da Falco Editore. La manifestazione culturale, che ha avuto come ospite d’onore S.E. Nunzio Galantino, Segretario della Conferenza Episcopale Italiana, è stata introdotta e coordinata dalla scrittrice e giornalista Assunta Scorpiniti. I padroni di casa, Fortunato Amarelli, Amministratore Delegato della celebre Fabbrica di Liquirizia e Donna Pina Amarelli, del Comitato Ucid, hanno salutato il pubblico in sala, e il parterre d’eccezione, composto da autorità religiose, politiche e militari, oltre che da esponenti del mondo culturale e associativo giunti anche dai dintorni e dal capoluogo. Erano, infatti, presenti, tra gli altri, il vescovo di Rossano-Cariati mons. Giuseppe Satriano, quello di Cassano mons. Francesco Savino e di Lungro mons. Donato Oliverio; il colonnello Marco Grazioli del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, il Comandante della stazione di Rossano Francesco Coppola e il Capitano Angelo Proietti della Compagnia dei Carabinieri di Rossano; il sindaco di Rossano Stefano Mascaro e il consigliere Regionale Giuseppe Graziano. E’ intervenuto anche l’editore Michele Falco. Mons. Galantino, nell’insolita veste di relatore, ha offerto un’analisi attenta del volume, che ha definito “romanzo storico socialmente impegnato”. Il racconto, molto avvincente e pieno di misteri, mira a fare luce sulla fine di Erodoto, celebre autore greco considerato il padre della storiografia moderna, che, secondo fonti esaminate da Domenico Marino, dovrebbe avere la propria sepoltura tra gli scavi di Sibari, ovvero nella colonia panellenica di Thurii, dove visse e operò. La vicenda, che ha per protagonisti alcuni giovani ricercatori, si sviluppa, infatti, tra gli scavi dell’area archeologica sibarita ancora devastata dall’esondazione del Crati del 2013. Questi e altri interessanti aspetti sono stati approfonditi nel corso dell’intervista all’autore del libro da parte di Assunta Scorpiniti; lo stesso Mons. Galantino è stato più volte interpellato dalla moderatrice. L’incontro è stato arricchito da momenti di dibattito, oltre che sui contenuti del volume, sulla necessità di riscoprire e tutelare il patrimonio culturale della Calabria a partire da quei valori etici e dal senso di responsabilità che consentono la migliore salvaguardia dei beni e un’adeguata gestione delle risorse disponibili.