Mobilitazione a Vercelli per il monumento dedicato all’asso Francis Lombardi. Tra i suoi record, i raid negli Anni 30 Italia-Tokyo e Roma-Mogadiscio
STEFANO FONSATO
VERCELLI
E’ un simbolo, che da ormai quasi vent’anni campeggia all’ingresso dell’aeroporto «Carlo Del Prete» di Vercelli. Di più: un gioiello da lasciare a bocca aperta generazioni di scolari che da anni si fanno accompagnare al fondo del lungo viale che fa da cornice alla città del riso e dei pellegrini.
Sulla piattaforma c’è questo aereo d’antan di colore arancione, un «Macchi MB 326» per tanto tempo tra i principali mezzi utilizzati dal IV Stormo di Grosseto. Fu portato a Vercelli nel 1998 dall’aeroporto napoletano di Capodichino e trasformato in un monumento alla memoria di Francis Lombardi, eroe dell’aviazione italiana. Un simbolo che sta marcendo. Divorato dalla ruggine. Ora gli appassionati di storia sperano grazie, ai 5mila euro promessi da Comune e Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, di rivederlo com’era un tempo.
Perché ha ancora tanto da raccontare di sé e del grande pilota che rappresenta con quella sua sagoma da film: «Quell’aereo, pur non essendo a elica come quelli del nostro grande aviatore, è stato scelto perché rappresenta l’addestramento. E in qualche modo parla di Francis Lombardi, la cui attività in volo era costante, aldilà delle sue grandi imprese», spiega con orgoglio Candido Le Piane, presidente della sezione vercellese dell’Associazione Arma Aeronautica, ricordando alcune delle imprese più famose dell’aviatore amico di Gabriele D’Annunzio (che seguì nell’avventura a Fiume) e che negli Anni 30 compì i raid Vercelli-Tokyo e Roma-Mogadiscio. Aviatore sì, ma anche designer e imprenditore aeronautico e automobilistico.
Pluridecorato con la medaglia d’argento al valor militare. «Asso» dell’aviazione da caccia, chi conosce bene la sua storia da romanzo racconta che è accreditato di otto abbattimenti durante la Prima guerra mondiale. A Lombardi è dedicato l’istituto Agrario della città, che ha sede a pochi passi dal campo volo cittadino, in Viale dell’Aeronautica. Tutto qui, racconta di lui.
«L’aereo-monumento ha un valore simbolico enorme – prosegue Le Piane con il segretario dell’associazione Gianfranco Conti -: è l’immagine della vita a cui Lombardi si è dedicato, oltre ad essere un punto di riferimento che accoglie appassionati e addetti al volo. E va preservato. E’ parte integrante di un complesso aeroportuale che prevede anche un istituto aeronautico, in cui ci si allena a diventare piloti d’aereo. Non può essere lasciato marcire, in balia delle intemperie».
A proposito di addestramento, da queste parti si dice «se impari a volare a Vercelli, impari a volare in tutto il mondo», per via della pista non asfaltata che caratterizza il «Del Prete» e che mette a dura prova i provetti piloti.
Fonte:www.lastampa.it/