Reggio Calabria (Calabria) 01 marzo 2016

Schede scolastiche date in pasto agli animali.

Violazione della privacy smaltimento documentazione scolastica. Se in questo paese alcune Istituzioni non rispettano le leggi, come si può pretendere che lo faccia il cittadino?. Tra i rifiuti che durante le giornate di vento svolazzano dall’isola ecologica di Lazzaro località Comunia e si depositano nelle zone circostanti, sono state rinvenute delle schede scolastiche di bambini nati nel 1976/1977 e frequentanti negli anni 1982-1983-1984-1985 le scuole del comprensorio di Motta SG, unitamente a numerose altre schede non compilate. Dette schede tutte integre e perfettamente leggibili, con i dati dei bambini e dei loro genitori, sono state rinvenute sparse insieme ad altri rifiuti un po’ dappertutto e su area privata sottostante il costone, sopra al quale insiste la strada comunale e a pochi metri l’isola ecologica.
E’ molto probabile che gran parte di tali documenti siano stati conferiti presso l’isola ecologica durante lo smaltimento dei rifiuti giacenti presso la scuola elementare di Lazzaro, eseguito il 5 febbraio u.s. Durante il ritrovamento vi era un gregge al pascolo su terreno privato e delle capre mangiavano alcune schede. Onde evitare che i documenti recanti dati sensibili potessero essere leggibili da chiunque e finire nelle mani di qualche malfattore, ho provveduto a raccogliere quelle schede facilmente raggiungibili e metterle a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Appare necessario verificare quale documentazione è stata smaltita e se sia stata effettuata la corretta procedura di scarto, nonché le autorizzazioni, se previste, di cui all’art. 21 del D.lgs 42/2004, verificando se sia stata inoltrata all’Istituzione competente copia del verbale attestante le modalità dell’avvenuta distruzione. Per quanto sopra è evidente che non è stata garantita la sicurezza dei dati personali dei ragazzi e dei loro genitori e non vi è dubbio che si è concretizzata la gravissima violazione di norme sussumibili sotto la previsione del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modificazioni e integrazioni, nonché altri fatti illeciti (art. 2050 codice civile).Questo gravissimo episodio dimostra la scarsa diligenza da parte di alcuni funzionari della pubblica amministrazione e la mancata osservanza delle norme che regolamentano lo specifico settore.
Vincenzo CREA
Referente unico dell’ANCADIC Onlus
e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”